sabato 16 novembre 2013

La Leopolda di Gnassi

Lo avevamo anticipato che Gnassi avrebbe cambiato cavallo. Il suo basic instint è stare con il vincitore. Nell'ultimo Pci, in mano ai post sessantottini, quando già allora qualcuno parlava di fogne lui rispondeva con la Palestina. Quando arrivò Occhetto era per lui il segretario che aspettava da tempo, come il Piccari di allora. Scriveva sul diario della scuola di Partito che D'Alema era la salvezza. Per Veltroni inaugurò un fan club con il motto famoso dell'us pò fè. Un ora dopo era sul carro di Franceschini per saltare agevolmente su quello di Bersani. Il classico furbetto che si aggira all'interno di un partito dove l'opportunismo è la regola per sopravvivere. La differenza interna non si basa sulle idee programmatiche ma sulle convenienze personali. Il futuro è rottamare tutto senza cambiare niente. L'inversione di rotta sui regali demaniali è il simbolo di questa politica. Personaggi che hanno inciuciato per tutta l'estate con bagnini e chioschisti come la Petitti ed il Signore dei Ponti, hanno rilasciato dichiarazioni che hanno fatto inorridire perfino..Pizzolante. Primum vivere nella casta, deinde la verità. Continuando a difendere banche, fondazioni, boiardi, salotti, monopoli, diritti acquisiti, incarichi, pensioni dorate. Un Renzi che facesse sul serio invece di perdersi in discorsi fumosi tra chi monta e spinge, perché non compila una bella lettera per i maggiorenti del suo partito con una semplice dichiarazione d'intenti: limitare lo stipendio a tremila euro, rinunciare ad incarichi futuri e le pensioni sopra i due mila euro. Per i fortunati delle varie correnti di partito, rinunciare anche agli ingenti capitali accumulati, con fortunate carriere politiche perfino ricongiunte in famiglia. Dopo di che crediamo che Gnassi sia andato con Renzi perché condivide il suo programma.