mercoledì 27 novembre 2013

Due Senza Tre

A Letta snipotato dallo Zio con la divisione tra lealisti e traditori, ogni giorno riserva una sgradita sorpresa che lui riversa immancabilmente sui cittadini. E' arrivata una nuova tassa, hanno fatto disperare perfino un perfetto conoscitore del mondo fiscale come Fabio Lisi. Chiederemo a lui cosa dovremo pagare, se aspettate Brasini vi fa... un bando. Siamo in campagna elettorale, rimane ancora l'inspiegabile presenza al Quirinale che cerca di fermare un MoVimento di cittadini che vuole andare al potere. I sondaggi, in particolare quelli più credibili di Casa Berlusconi accreditano il centrodestra delle pitonesse, traditori, lealisti con il complemento dei resti della Lega nettamente in vantaggio sul partito affidato al Commissario Renzi. Il MoVimento 5 Stelle viene dato in ascesa sopra al 20%. Vi ricordate cosa è successo in febbraio? La stessa manfrina sondaggista, poi il risultato finale è stato un botto fragoroso. Mi avventuro in una previsione molto facile, se non cambiano la vergognosa legge elettorale, forse lo faranno per paura, con il premio di maggioranza, occorre aprire subito un ufficio di collocamento per le domande parlamentarie. Il governo del condizionale ha confezionato una Legge di Stabilità che sembra l'immagine del suo leader trasformata in desideri. Provate a chiedere all'attenta Monica Fornari cosa ha capito sulla sdemanializzazione degli arenili? Nemmeno Pizzo è in grado di tradurre l'emendamento inserito. La tendenza al rimando, il galleggiamento naturale mutuato dalla lunga militanza ed osservanza dei rituali democristiani, lo mette nelle condizioni di nuotare nella piscina del rinvio. Il salvagente che indossa si chiama Corrierone. Per proteggerlo sono arrivati ai ferri corti giornalistici con l'altra corazzata dell'inciucio. Repubblica, devo ammettere, sempre meno convintamente tifa per Renzi, ormai sbertucciato da gran parte del partito. Non sono solo gli anatemi di D'Alema che possono essere anche salutari, ma la plateale diffidenza che avverti nei suoi confronti dalla casta locale e nazionale. Con Gnassi e Vitali se ti va bene..fallisci. Un Parlamento in rissa permanente intorno al destino politico e giudiziario di Silvio Berlusconi può impegnarsi in un percorso di riforme istituzionali condivise? Un governo delegittimato dagli stessi partiti della maggioranza che lo sostiene può trovare la forza e l'autorevolezza di trattare in Europa nuove e migliori condizioni per l'Italia? Si dirà che Letta non ci prova nemmeno, e che in definitiva la sua forza risiede proprio nella capacità di governare e tenersi a galla nel pantano. L'esito della votazione appare scontato, B sarà espulso, non credo carcerato. Meno scontata appare invece la reazione del Cavaliere. Forza Italia si prepara a una grande agitazione tra Piazza e Parlamento, ma il leader del centrodestra sembra abbia deciso di posizionare le sue truppe all'opposizione delle larghe intese e non mantenere ancora una posizione sostanzialmente ambigua, di lotta e di governo, tenendosi pericolosamente in bilico in attesa delle elezioni anticipate. Berlusconi, dopo la scissione di Alfano, non ha i numeri per far cadere il governo ma può iniziare una facile rincorsa verso le elezioni accarezzando per il verso giusto il serpeggiante sentimento antieuropeo che ha già rianimato Beppe Grillo. Sono i momenti Di Beppe, sfrutta la capacità di usare anche le banalità della politica per girarle a suo favore. Quella di Genova il suo accodarsi ai manifestanti del Trasporto Pubblico è stato un colpo grosso, un promo grandioso per il VDay. Nel Pd i pochi che ragionano hanno capito che la pantomima poliziesca tra i buoni e cattivi, pone Forza Italia nelle condizioni di fare il pieno dei voti, lasciando ai desideri briatoreschi di Renzi poche possibilità di erodere quell'elettorato. Allora cosa gli rimane? Pensa davvero che la sua democristianeria spacciata come il nuovo, faccia presa su un grillino per quanto deluso? Berlusconi potrebbe trarre grandi vantaggi dalla scissione con Alfano cominciando da subito una campagna elettorale contro la moneta unica, ma senza correre il rischio di far cadere il governo. Il Sindaco di Firenze si troverà schiacciato tra le larghe intese ed il populismo inimitabile di Grillo e del...condannato. Adesso il governo dovrà anche prendere le nostre idee, una minaccia che ad un duro come Letta provoca solo un leggero prurito. La famosa contessa passeggiando sulla tessera Pd n°1 ha detto che la vede brutta.