sabato 23 novembre 2013

Mistero Aeradria

Nell’incredibile vicenda dell’aeroporto di Rimini, che potremmo tranquillamente chiamare “mistero Aeradria”, ci si occupa solo delle quotidiane sorprese che emergono dai bilanci, soprattutto delle società partecipate, che lo stesso Procuratore della Repubblica di Rimini non esita a definire “falsi”. Per un uomo della sua prudenza è molto significativo. Ogni giorno milioni di Euro di perdite sembrano aggiungersi alla montagna già accertata, rendendo la vicenda qualcosa ai limiti del ridicolo se l’aspetto tragico non fosse prevalente. Tuttavia nessuno si preoccupa di chiedersi se, anche ammesso l’ipotetico concordato, la società che ne deriverebbe, chiamiamola “nuova Aeradria”, potrebbe sopravvivere. Abbiamo girato la domanda al nostro “Cancelliere”, il quale ci ha dato una risposta lapidaria: “Temo di no, per due semplici e chiare ragioni. Tutto l’ “affaire” Aeradria si regge sul mercato rappresentato dai famosi 500.000 “passeggeri russi” che formerebbero, oggi e ancor più domani, l’ossatura della clientela dello scalo. Così almeno si dice nella “vulgata” diffusa dai nostri giornali. Su questo elemento però gravano due pesantissime e, peraltro facilissime da individuare, incognite: 1) lo stesso Ministero dell’Economia russo prevede per il prossimo triennio un tasso di sviluppo della propria economia dimezzato rispetto alle previsioni (1,5% contro il 3% abbondante previsto fino a pochi mesi fa). Questo a causa della crisi economica mondiale che, ovviamente, ha effetti anche sul gigantesco paese euro-asiatico. La previsione è leggermente inferiore a quella degli esperti, cioè le autorità russe fanno il contrario di quello che fanno quelle europee, che normalmente sovrastimano lo sviluppo, ma resta comunque il fatto che, anche in uno scenario leggermente più positivo, l’economia russa si contrarrà, e ciò significherà una perdita del potere d’acquisto e, presumibilmente, un calo anche del turismo. 2) Ma quel che è più grave, è che ormai le tensioni geopolitiche tra unione europea e Russia sono salite alle stelle, quantomeno nel 2013. In particolare, solo per citare i casi più gravi, la violenza ed i rapporti tra Polonia e i Paesi Baltici, da una parte, e la Russia dall’altra, ma soprattutto la progettata “annessione” dell’Ucraina, con conseguente necessità di nuove barriere doganali tra Russia e “nuovo paese annesso” renderanno incandescente, nei prossimi anni, i rapporti U.E.-Russia. Il fatto che questa annessione ucraina, prevista per il 29 novembre, abbia avuto uno “stop” proprio negli ultimi due giorni, non cambia nulla nella sostanza. Mi limito solo ad esempi eclatanti, ma vi sono decine di vicende, praticamente sconosciute in Italia, che confermano questa previsione di scontro crescente. Cosa vuol dire tutto ciò? Molto semplice. Il puntare tutto sul mercato dei russi è una scelta assolutamente azzardata. D’altra parte è vero che, probabilmente, non esiste altro. Tuttavia ancora la mia previsione è che, nella migliore delle ipotesi, questo mercato si irrigidirà e si contrarrà sensibilmente nei prossimi tre/quattro anni, rendendo fragili tutte le economie che si basano, più o meno esclusivamente, su questo rapporto, politicamente sempre più problematico e conflittuale, con un Paese considerato ormai “nemico”. Nemico, sia in senso politico che economico. Questo trapela anche dai quotidiani italiani (quelli nazionali, ovviamente), nonostante la loro notoria e conclamata “allergia” per la politica estera di cui, peraltro, dicono e capiscono poco. Quindi, tornando alla Sua domanda, i “nuovi” gestori di Aeradria farebbero bene a riflettere su quello che indicano come futuro mercato prevalente, per non dire totalitario, in quanto esso si basa su presupposti assolutamente aleatori.