mercoledì 6 novembre 2013

Bando Campi Sportivi

Se qualcuno credeva che la questione Bando campi sportivi fosse ormai assopita e digerita dalle società incappa in un grosso errore. Veniamo così invitati ad una riunione, qualche sera addietro, dalle società sportive più colpite in negativo dalla situazione odierna. Naturalmente i bene informati, o coloro che si sono basati sui pochi articoli apparsi sulla carta stampata, potrebbero anche dire “era ora che i gestori cambiassero”. Ciò sarebbe giusto – raccontano i presenti- se le modalità in cui si è svolto il bando fossero state chiare a tutti, se si fossero verificate le manutenzioni effettuate agli impianti (e se sono state fatte fino ad ora), e se fra le società si fosse raggiunto un accordo utile ai giovani iscritti alle scuole calcio e di riflesso alle famiglie. Di fronte ad una situazione di malessere che in più riprese le società dilettantistiche Riminesi stanno esternando per l’aumento dei costi e le incongruenze legate all’esito del bando di gestione dei 9 campi sportivi, per una corretta informazione sono state sentite le società storiche che svolgono l’attività di settore giovanile rappresentando oltre 600 ragazzi (Viserba Calcio, Rimini United, Rivazzurra). Si sa però come è andata, ovvero la società Delfini ha vinto la gestione di nove impianti sportivi su dieci, creando un unicum e ovvie domande: ma come può una piccola società gestire ben nove impianti? Qualcuno stà verificando l’adempimento del contratto? Qual è il reale progetto dell’Assessorato allo Sport del Comune? Cancellare 50 anni di storia sportiva riminese permettendo, di fatto, un’attività a scopo di lucro che ha ben poco di volontariato? Queste sono le domande che si pone l’articolista di questo post, ma sono le domande e i dubbi scaturiti da un incontro con le società dove sono emerse stranezze ed incongruenze che potrebbero sfociare, perdurando questo strabismo dell’Amministrazione Comunale, oltre ad una paventata manifestazione (che certamente non farà piacere al Palazzo) anche a gesti ben più dirompenti quale il ricorso all’Autorità Giudiziaria. Queste non sono le domande del redattore ma dei presenti alla riunione a più riprese ripetute. Dopo varie disavventure sarà questa l’ennesima tegola in testa a questa Amministrazione? Amministrazione – continuano – che non ha consentito la istituzione di una Commissione Consiliare di indagine (bocciata in Consiglio Comunale) che ha visto settori della Maggioranza astenersi e un atteggiamento trasformista di un giovane consigliere che in Commissione preliminare si era espresso a favore e che in Consiglio, forse “convinto” dalle parole del Primo Cittadino, ha rispettato gli ordini di scuderia votando contro. Alcuni fatti ci hanno incuriosito -continuano-, in particolare che nel mese di febbraio di quest’anno, inspiegabilmente, vennero immagazzinati sotto le tribune di Viserba (ancora chiuso) un migliaio di Kit calcio per giovani che non altro erano il tentativo (secondo i presenti e peraltro non riuscito per ora..) portato avanti con la Rimini Gol, di estromettere le società storiche presenti sul territorio e sostituirle con questa creatura (diretta emanazione della società che ha in gestione le strutture) creando così una situazione di monopolio. La gestione di 9 strutture pone problemi anche di natura contributiva legata alla figura dei custodi e alla sicurezza sugli ambienti di lavoro. Gli uffici preposti – chiedono – hanno fatto tali controlli oltre a quelli previsti periodicamente nelle strutture per verificare l’efficienza della gestione? Come mai non si sono chieste idonee garanzie ai Delfini per il nuovo contratto di gestione, quando fino all’anno scorso erano ancora richieste alle vecchie società delle fidejussioni che coprivano l’intera entità dei lavori previsti in convenzione? Come mai il Comune di Rimini non ha sanzionato il fatto che le società siano state costrette a sostituirsi ai Delfini nella gestione dei campi (costrette a questa pratica per mantenere vivi i settori giovanili) nella realtà, quindi un subaffitto non consentito dal bando? Tutte domande queste venute fuori in un incontro dai toni pacati e tranquilli, addirittura mostrandoci le lettere inoltrate all’Assessorato allo Sport di Rimini, di cui oggi non si ha ancora nessuna risposta. Comincia poi da parte degli intervenuti la descrizione dello stato attuale delle società sportive estromesse. Ad oggi si ha una situazione che vede così il Rivazzurra, estromesso dalla propria struttura per motivi incongruenti che hanno portato alla eliminazione della Prima Squadra di 1° Cat., Juniores, Allievi e Giovanissimi, incentrando l’attività prevalentemente sul settore giovanile (avendolo comunque mantenuto anche grazie alla sensibilità dei genitori) con l’affitto di un campo fuori Comune e svolgendo parte dell’attività sul sintetico di Miramare. Il Viserba Calcio (in grossa difficoltà dopo la chiusura dell’anno scorso per causa di una verifica voluta dal Dirigente sulla tenuta della cisterna del gasolio che si sarebbe potuta evitare con l’installazione di una medesima all’esterno, come avvenuto a Torre Pedrera, evitando così il disperdersi di circa 200 ragazzi e l’azzeramento di tanti anni di sacrifici) grazie anche all’ingresso in società di nuove forze ha ripreso l’attività di base facendo svolgere gli allenamenti sul polveroso campo secondario mentre i ai ragazzini della Rimini Gol è consentito di svolgere gli allenamenti sul campo in erba principale di fatto discriminando gli uni dagli altri. Ma il fatto ancora più grave è che non permettono neppure ai bambini di 6/8 anni di svolgere le partite ufficiali sul campo in erba (il solo omologato) perché non è stato opzionato nei tempi regolamentari. Questa ulteriore regola potrebbe essere giusta per gli adulti, ma come può una scuola calcio preventivare a giugno quanti ragazzi potranno aderire a settembre e ottobre periodo entro il quale si definiscono gli orari nelle scuole? Settembre è il mese dedicato al 321 sport caldeggiato dal Comune con i soldi delle società che aderiscono con il risultato che se decidono di proseguire nell’attività sono costretti loro dire di starsene a casa perché le società non hanno prenotato a giugno i campi per disputare le partite ufficiali? Sicuramente chi gestisce i campi (ndr i Delfini) non ha di questi problemi, allora nasce spontanea la domanda e chi legge sa anche darsi la risposta. In questo marasma di regole, articoli, commi e quant’altro si è perso il buonsenso richiamato più volte dall’Assessore il quale dovrebbe riflettere sull’accaduto e se di errori ne sono stati commessi porvi rimedio senza trincerarsi dietro agli articoli di un regolamento che per capirlo non basta un avvocato tenendo ben presente che a farne le spese sono i bambini con le loro famiglie. Alla faccia delle semplificazioni. Il Rimini United è stato costretto a prendere provvedimenti di altra natura diversificando l’utilizzo della sua struttura: per la scuola calcio il campo di San Giuliano mentre per gli allenamenti serali della prima squadra si avvale del campo Parocchiale di San Martino in Riparotta. Siamo anche in possesso di foto scattate il 15 giugno scorso all’impianto di calcio di Viserba che denota lo stato d’incuria del campo. Concludono chiedendo infine: “Perché da settore volontaristico il Calcio Giovanile a Rimini si sta trasformando in un settore di BUSINNES?” Gli interrogativi di questo articolo sono le domande non solo delle società sportive che in un modo o nell’ altro hanno segnato la storia del settore giovanile Riminese ma di tutti gli sportivi che hanno a cuore le sorti dello sport dilettantistico locale senza distinzione di appartenenza sociale e/o politica.
 Redazione @CitizenRimini