venerdì 8 novembre 2013

Una Grande

Hera Spa la conosciamo tutti. E' una grande Multiutility (oggi si preferiscono questi termini anglosassoni) che ha interessi e presta servizi in più settori. Raibano, dove ha sede l'inceneritore della provincia è uno degli affari, come lo è anche la lettura dei contatori dell'acqua. Chiaramente è impensabile che Hera Spa possa assumere frotte di operatori per ogni servizio che mette in casa, anche se lo potrebbe fare visti gli emolumenti dei vertici. Ecco allora che qui entrano in gioco soggetti terzi che prendono in appalto determinate attività. Non vogliamo certo indagare, ma lo faremo presto, a quale costo riescano a ottemperare a determinati obblighi, però vogliamo soffermarci ora su un caso specifico, una persona che ci ha contattato per raccontarci la sua storia. Riminese, padre di famiglia, piccolo imprenditore messo in difficoltà dalla crisi, da due anni in cerca di un nuovo lavoro. Ecco che arriva l'occasione ai primi settembre ed una assunzione fino a dicembre con una società partenopea che ha vinto l'appalto della lettura dei contatori dell'acqua per conto della famosa Multiutility. Riaffiora la speranza, inizia il periodo di affiancamento, inizia la formazione per un lavoro di per sè facile se fatto nel centro di una città, come può essere Rimini, che diventa difficile se come zona ti viene assegnato l'entroterra riminese. Ma è un lavoro, le cose piano piano si aggiusteranno. Accade invece il classico imprevisto familiare, la macchina che va in panne, la necessità di avere un piccolo anticipo sullo stipendio. L’anticipo non arriva, eppure carta canta. Le email riportano l’iban corretto, le abbiamo viste. Ma nulla, dal centralino della società partenopea dicono di averlo fatto. Contemporaneamente viene chiesta la possibilità di usare una delle auto della ditta, ve ne sono ben quattro, ma anche questo viene negato. Naturalmente per svolgere questo lavoro la benzina é a carico di Max, lo chiameremo così, e pure l’armamentario per scovare i famosi tombini e contatori dell’acqua nell’entroterra riminese. Cosa ti passa l’azienda? Un palmare ed una spranga per sollevare i tombini. Il cellulare per comunicare però ce lo metti te, ovviamente. Naturalmente, così ci racconta, neanche i dati forniti dalla centrale combaciano, non sempre ma accade spesso. Facile invece lavorare tra le vie ben accatastate di un centro urbano. Quassù, invece, devi trovare un contatore magari in mezzo ad un campo, portare via il fango con un badile (che devi rimediare), devi raggiungere un contatore esterno al secondo piano (ma chi li piazza lassù?), ma non hai scale né scarpe antifortunistica. Si lavora senza mezzi, in pratica. E qui potremmo parlare di come si faccia a vincere un appalto, magari con un'asta al ribasso. Tutto in regola, è ovvio, ma come puoi garantire la qualità del servizio, noi non lo sappiamo. Ritornando alla chiacchierata con il nostro amico, il problema é che é un precisino, vuole lavorare bene. Così telefona alla sede a Cesena della società che lo ha assunto, chiede anche di essere avvicinato su Rimini, forse rompe anche le scatole. Forse pareva così per chi deve rispondere dall’altra parte della cornetta? Passa poco tempo ed ai primi di ottobre viene chiamato dalla direzione, ‘c’é una lettera per te che devi aprire tu’. È la lettera di licenziamento, tutto a norma perchè entro i 90 gg del contratto di prova. Ma ancora non ha ricevuto lo stipendio. Una volta messo in mano ai sindacati ecco invece che arriva il bonifico, tuttavia manca ancora il famoso anticipo richiesto di 200 euro e si vedrà. Ascoltando la storia di Max, simile a tante altre che abbiamo raccolto in questi mesi, quello di licenziare dopo una trentina di giorni, giorno più o giorno meno, è una prassi comune tra le aziende che prestano servizi d'opera come conto terzisti? Nessuno verifica le condizioni in cui lavorano i dipendenti delle società che vincono appalti con Hera Spa? Conta solamente il risultato? Come sempre é una questione di numeri? Intanto abbiamo un altro padre di famiglia a spasso, a 45 anni. Con un figlio.
 @markollen