sabato 29 marzo 2014

Cara Turci ti scrivo

Presidente Turci, non sapendo come appellarmi al suo buon cuore, mi pregio di pubblicare questa lettera aperta in difesa della Sua carica istituzionale di garanzia, la quale credo possa sottilmente difettare di qualcosa, o perlomeno a mia personale sensazione, stride qualcosa fra la Sua personale volontà o visione, ed il sentimento percettivo dei cittadini riminesi. Per avvalorare questa mia tesi, sarebbe necessaria un’ indagine di gradimento sul suo operato, ma credo nessuno abbia gli strumenti adeguati per misurare questo sentore nella cittadinanza; non abbiamo la possibilità di fare un referendum sostenibile e oggettivamente fruibile. L’ordine del dubbio è molto alto dalle mie parti, ma forse ho la sfortuna di frequentare concittadini che non sono propriamente sintonizzati sulla Sua visione di – rispetto istituzionale -.Probabilmente questo è dovuto al fatto che vivo i miei concittadini nella quotidianità dei propri problemi, delle proprie ansie, ma ancor più delle proprie speranze disattese. Al contrario, e sempre per mio presupposto, lei probabilmente vive una realtà parallela immaginaria, fatta di – sentito dire -,di – all’incirca – o di – pressapoco -.La presupponenza che ha vantato nei confronti di un Chiarissimo esponente della Commissione Giustizia alla Camera, e Membro della Commissione d’inchiesta su mafia e criminalità del Parlamento,lasciandola nell’assoluta indifferenza istituzionale della seduta consiliare, mi lascia a dir poco stupito. L’ occasione di un forte segnale di presenza dello Stato, in uno dei suoi più alti rappresentanti, è stato lasciato nell’assordante silenzio istituzionale della propria carica : neppure una parola di benvenuto! Lei ha arrecato offesa per ben due volte : la prima, contravvenendo al suo primo dovere etico di riconoscimento istituzionale nei confronti di un ruolo ed un incarico molto più ampio del Suo, ma anche definibile in – rispetto istituzionale – ; la seconda, forse anche peggiore della prima, per non aver minimamente onorato l’etica dell’accoglienza, dell’ospitaliltà e dell’affabilità che le genti di questa terra onorano da tempo immemorabile. Ricorda in una seduta consiliare quando lei disse : Ma che gente è questa?? Non credo che io le debba rammentare e ricordare l’occasione, ma come vede, questa gente siamo noi : i suoi concittandini; i suoi datori di lavoro, i suoi primi e principali datori di reddito, ai quali dovrebbe portare rispetto e attenzione particolare. A – questa gente – , non è piaciuto affatto il comportamento e l’assoluta mancanza di rispetto istituzionale che ha fatto mancare all’ On. Sarti : proprio no! Una pessima performance la Sua, e sempre che sia stata una performance…. perchè davvero non so neppure dove e come catalogare questo pietoso episodio. Mi vergogno. Si, mi vergogno io per lei. Mi vergogno sapendo che lei stessa non avrebbe la mia stessa umiltà di sapersi vergognare, perchè la vergogna è un sentimento di purezza. Mi vergogno da cittadino, di non essere stato capace di avere un mio rappresentante in grado di onorare pubblicamente un delegato dello Stato, un membro di una Commissione fra le più apprezzate e sentite da tutta la popolazione italiana. Presidente Turci, mi conceda almeno il diritto di muoverle un consiglio spassionato, sincero e non retorico : si dimetta. Lasci davvero quello scranno e quell’incarico a qualcuno un pò più attento a queste sfumature che a Lei sfuggono. Non se ne faccia un cruccio, ma la veda come una liberazione, un’opportunità anticipata di ritirarsi dalla scena istituzionale, e tornare a dedicarsi ai suoi personali interessi. Può succedere nella vita di commettere qualche errore, ma la sua collezione sta assumendo proporzioni che non può certo garantire l’imparzialità del suo ruolo: lei oltremodo faziosa, è già stata “elegantemente” richiamata dalla stessa On. Sarti, nel suo ultimo comunicato stampa. Le figuracce , credo possano terminare qui. Lo ha già meditato una volta il pensiero di dimettersi, forse ora è la giusta occasione di ripetere quella intima riflessione in modo compiuto e responsabile : non lo faccia per se, ma per noi riminesi. Si dimetta. 
 Ernesto Reali #DiversamenteCronista