sabato 15 marzo 2014

Serapian? Serapian..chi era costui?

Serapian? Serapian...chi era costui? Ogni tanto sulla pagina Facebook del Blog arriva qualche critica. Ci si imputa di vedere solo le cose negative di Rimini. Ci si chiede di evidenziare le cose positive. Diamine...esisteranno pure...! Confessiamo che ci siamo sforzati, ma per molti mesi non abbiamo visto niente. Niente di niente di particolarmente significativo. Per le scemate basta il sito amorevole della curia. Poi, un due o tre giorni fa, passando per il centro città ci siamo accorti di una vetrina. Parliamo di via Soardi. Al n.19, salvo errori. Cosa aveva di speciale? Bei vestiti sicuro e anche delle belle borse, particolari. Ma quello che ci ha colpito è stata un’altra cosa. Un nome: “Serapian” e l’oggetto appunto: delle borse da donna. Al 99,90% dei riminesi questo nome, di sicuro, non dice nulla. Eppure, in questo nome “Serapian”, c’è tutto quanto di più importante, di buon gusto, di significativo è stato, e, speriamo sempre sarà, della moda italiana. E’ la borsa che indossavano Bette Davis, Ingrid Bergman, Audrey Hepburn e ancora oggi indossano tutte le vere signore della Milano che conta. Niente “veline”, “letterine”, “enalottine” per intenderci. Come “Serapian” sia finita in un negozio di Rimini in via Soardi è un po’ un mistero. In questa città dell’estrema provincia, l’eleganza pensavamo fosse rappresentata al massimo da certe borse “griffate” rigorosamente ed effettivamente “made in Vietnam” ma ben condite con il “made in Italy” che non si nega neanche alle mozzarelle della “Terra dei fuochi”. Va beh..., torniamo a noi, una Serapian costa come un P... o come una G... o come una V..., ma è perfetta e autentica. E’ il frutto di moltissimi decenni di sapienza artigianale italiana.... Quindi cosa ci fa a Rimini? E’ questo il mistero che ci intriga. Forse a Rimini esistono ancora 20-50-100 persone che sanno distinguere il vero dal falso? Il buono dal tossico? Quello che è di classe dalla fuffa? Se fosse vero sarebbe una splendida notizia. Di quelle che ci imputano di non dire. E allora la diciamo! O forse è solo la scommessa di un/una negoziante molto illuminato/illuminata e colto/colta? Mah! Vedremo... . “Serapian” contro G... e P... e F... ecc. Sembra una partita senza storia. Eppure, se fosse vera (e vinta) vorrebbe dire, nel suo piccolo, che l’Italia e questa sua ex capitale del turismo dalla quale vi scrivo, hanno ancora qualcosa da dire. Hanno ancora, dentro di sé, qualcosa di vitale e vincente. Che capiscono e agiscono... A presto...
 Woland (quello della versione buona)