domenica 9 marzo 2014

La Cena dei Cretini

Rimini deve avere qualcosa di veramente particolare. In un abitato che accoglie stabilmente circa 150.000 persone si contengono, in scala, tutti i problemi d’Italia. Sembra una di quelle palle di vetro con dentro una miniatura, una piccola TAV, una piccola Alitalia, piccoli amministratori inadeguati... solo che quando la nostra palla viene agitata al posto della neve si scatena una tormenta di merda. Si potrebbe pensare che la vocazione turistica (per usare un termine tanto caro a qualcuno) di questa località abbia l’effetto collaterale di collezionare il difetto regionale di ogni turista passato di qui, ma la realtà è molto più semplice. Anni di potere senza contraddittorio hanno permesso alla politica locale di crescere senza imparare. Il più grande difetto di chi non ha mezzi di comparazione è quello di vivere in una realtà oggettiva alterata. Prendete il PD di Rimini ad esempio. E’ pieno di guai, non sa come affrontarli, ma piuttosto che prendersi le proprie responsabilità preferisce proiettarle sugli altri. Sembra "La cena dei cretini". Avete mai visto l’opera teatrale? Dei ricchi snob organizzano cene invitando persone che ritengono stupide, allo scopo di prenderle in giro. Succede però che uno di questi inviti ricade su di un cretino molto pericoloso, perché parecchio imprevedibile. Il risultato finale, dopo molti guai e altarini devastati, è la rivelazione che i veri cretini sono gli inventori della cena. A Rimini è la stessa cosa. Chi ha tenuto in mano le sorti della città fin’ora reputa figlio di stupido populismo il Movimento che vuole restituire ai cittadini la consapevolezza e il potere decisionale, ma i cretini che hanno invitato a cena sono un tantino imprevedibili. Agli scheletri che continuano a rotolare fuori dagli armadi si oppongono scuse raffazzonate e parecchio infantili, che altro non fanno se non sottolineare l’inadeguatezza dei Democrat. In rispetto di questo modello comportamentale l’ultimo Consiglio Comunale Tematico, quello sul Palas, è stato disertato dalla Maggioranza con la scusa più stupida che la storia della politica moderna abbia mai registrato: “L’Opposizione ha abusato dei Consigli Tematici, ne ha chiamati troppi”. Inutile spiegarlo, esiste un regolamento che non ne limita l’uso e che anzi lo prevede come strumento aggiuntivo … non si sa mai chi governa non avesse voglia di trattare certi temi, tipo il Paladebit. C’è qualcosa che dichiari più inadeguatezza in politica della fuga dalle proprie responsabilità? Si. Difendere la scelta con delle risposte ancor più cretine, perché allora si fa capire che non è solo una mossa sbagliata, ma incapacità conclamata. La risposta che più mi ha fato cadere la mascella è stata: “Ma chi lo ha detto che la maggioranza deve mantenere il numero legale?”. Lo volevano pure scritto in un regolamento. Un’altra risposta che sicuramente non passerà alla storia, se non come esempio di vacuità politica, è l’annotazione dell’Onorevole (?) Emma Petitti: “Il Consiglio Comunale non è un Meetup dei Grillini, abbiamo risparmiato tutti dei soldi”. A parte che dovrebbe informarsi su cosa sia un Meetup, comunque se la classe politica che ha catapultato questo esempio di negligenza intellettuale in Parlamento avesse fatto a meno di esistere sicuramente oggi il risparmio sarebbe almeno di 100 milioni di Euro, se proprio vogliamo parlare di economie cittadine. (Dico almeno perché il Paladebit è solo una delle spese folli avvallate dal PD). Lasciamo perdere però le considerazioni poco intelligenti, pare che anche la madre degli idioti si sia accorta di aver esagerato con le gravidanze, e veniamo al dato di fatto. Cittadini Riminesi: alle ultime libere elezioni avete votato persone che ritengono di non essere obbligati a garantire il numero legale in Consiglio Comunale, se ci sono temi che per loro è troppo scomodo trattare. Che si fa adesso? Chi è causa del suo mal non perda tempo a piangere se stesso, ma sfrutti la prima occasione utile per non ripetere lo stesso errore. 
 P.S. Mentre si consumava la tragedia dell’inutilità politica del Partito Democratico di Rimini, il Primo Cittadino, alla Fiera Internazionale del Turismo di Berlino, in perfetto stile Renziano, stava vendendo Rimini a gente che non la conosce, Indiani e Cinesi. Azzeccato: molto più facile vendere la “vecchia Rimini” a popolazioni poco esigenti che non ne hanno esperienza piuttosto che risolvere le politiche che la stanno affossando. La sapete la novità di quest’anno vero? La Notte Rosa.
 Davide Cardone [@DadoCardone]