domenica 30 marzo 2014

Guerra del Gas

Il Blog ha goduto dell'imprimatur di ..Grillo. Beppe ha giustamente denunciato che la visita di Obama era un omaggio al Papa, l'unico che lo sovrasta ed è servita per vendere Shale Gas a Fonzie in cambio di qualche soldo per l'Expò, svuotato dai ciellini. Nel nostro piccolo, forti della collaborazione con il Cancelliere siamo stati i primi ad annunciare le vere ragioni che sottintendono l'annessione ( con referendum) della Crimea: la Guerra del Gas. Il francking massiccio usato spregiudicatamente negli States ha prodotto e produrrà quantitativi una volta impensabili di gas dalle rocce. Deve essere venduto, gli investimenti massicci chiedono il ritorno. Le navi per trasportarlo saranno pronte tra un anno, la bellissima vignetta del Rex che attracca al Porto di Gnassi e Paesani portando Shale Gas meriterebbe un premio all'ideatore. Lo stesso che ogni sabato sbertuccia il nostro Taglianastri in Piazza M5Stelle. L’Unione europea dovrà rivedere la “special relationship” energetica con il Cremlino. Proprio nel settore energetico la crisi ucraina avrà conseguenze molto rilevanti già nei prossimi anni. Assisteremo a una ulteriore apertura della Russia ai mercati energetici dei grandi Paesi asiatici. Un fenomeno in corso già da anni a cui l’alta tensione tra Mosca e Bruxelles potrebbe dare una decisa accelerata. L’apertura al “far East” è una strategia che la Russia sta costruendo nel tentativo di conquistare nuovi compratori e costruire un’alternativa ai mercati del Vecchio continente. Vladimr Putin pensa soprattutto alla Cina. Applaudire alla presa del potere dei galiziani nazisti in Ucraina è un prezzo politico che solo una stampa di regime come quella italica può permettersi. La Russia si è ripresa la Crimea, mentre l'America vuole l'intera Ucraina, senza usare le armi democratiche dei referendum tanto meno elettorali. La politica del Kosovo, Afghanistan, Irak, Siria usabile anche in Iran se non ci fossero gli ordigni nucleari. Un problema non da poco visto che oltre il 30 per cento del gas consumato dai Paesi della Ue arriva dalla Russia, la maggior parte attraverso gasdotti ucraini. Obama è arrivato con il consueto stile padronale, non ha nemmeno dovuto alzare la voce che il docile Fonzie aveva alzato il dito in segno di accondiscendenza.  La crisi tra la Russia e l’Occidente rappresenta anche una grande occasione per i Paesi asiatici che intravedono la possibilità di rifornirsi di gas e petrolio russi a prezzi inferiori se davvero la Ue dovesse rompere con Mosca. Ma cosa faranno i paesi europei, attrezzeranno i porti per l'arrivo del Piano Marshall energetico? Oppure come la scandalosa Romania inizieranno a farsi trivellare e frantumare dove gli americani vorranno? Inutile chiedersi cosa farà Fonzie, seguirà la padrona tedesca che sembra la meno disponibile ad accodarsi al fine mandato Obama. Non abbiamo una politica, tanto meno estera, il caso dei due Marò è emblematico. Abbiamo chiesto un altro piacere ad..Obama.