lunedì 24 marzo 2014

Perchè di nuovo proprio la Siria

Qualcuno ci ha chiesto del perché il Cancelliere è sicuro che, a breve, riprenderà più violenta che mai, la guerra in Siria. Con un coinvolgimento più diretto degli americani e dei loro alleati in loco. Per chiudere la partita entro il 2014. Abbiamo girato al nostro articolista la domanda. La risposta è stata secca e molto comprensibile. Eccola: “Come dicevo, qualcosa significa la volontà di Obama di “rivincita” per la Crimea. Ma in realtà quello che conta è il petrolio. Mano a mano che lo “shale gas”, per il suo costo, si rivela un affare solo per gli americani, e se si vuole spezzare l’afflusso di petrolio e gas dalla Russia verso l’Europa; per cercare di stroncarla, almeno economicamente, bisogna che questa torni a fornirsi dai tradizionali alleati degli americani: le monarchie petrolifere del golfo. Arabia Saudita in primis. L’unico “tappo” che impedisce ai sauditi & company di arrivare al Mediterraneo orientale e di qui all’Europa è solo la resistenza della Siria di Assad. Mancano due/trecento km di oleodotto per Tartus. Conquistata Damasco e la costa siriana (Tartus, appunto) in un anno si potrebbe prolungare l’oleodotto che oggi arriva ai confini siriani, e così arrivare a sostituire totalmente i russi con i sauditi (cioè gli americani...). Gli europei lo capiscono appena, anzi per niente, salvo le élites, che però i soldi li prendono proprio da americani e sauditi... e quindi agiscono di conseguenza. Ecco perché: “Siria delenda est”. Entro il 2014  possibilmente e poiché i ribelli, da tre anni, hanno combinato poco (pur lautamente armati e finanziati anche da noi “europei”!) occorrerà, probabilmente, un più diretto coinvolgimento americano. Magari per mano di Tel Aviv e di Ankara, cercando di far esplodere anche l’Iran. 
 Il Cancelliere