sabato 22 marzo 2014

Euro Si Euro No

Ospite degli attivisti di Riccione, accompagnato dal pari età Italo, ho assistito ad una bellissima serata ed un interessante dibattito sulla permanenza...nell'Euro. Il moderatore ed i professori intervenuti si sono presentati come stimolatori non saccenti portatori di verità, ripercorrendo il cammino seguito e subito passivamente dai nostri governanti. Molto più novantagradista la sinistra rispetto a ..Berlusconi. Il grande piazzista dell'Euro rimane Prodi ma anche un ex grande partito che vedeva le alleanze.. atlantiche come fumo americano si è inspiegabilmente chinato ai voleri della Merkel di turno. La sala dell'Hotel Corallo era piena, Vincenzo Cicchietti era molto preoccupato, le percentuali che debba fare il Sindaco di Riccione stanno aumentando a dismisura. Ha iniziato l'inventario dei debiti accumulati. Lo abbiamo subito rincuorato mostrandogli il saldo del conto corrente di Gnassi e...Cagnoni. Solo un lustro fa era inimmaginabile un dibattito di questo tipo nel nostro paese. I vagiti della crisi erano già percepibili, ma la moneta unica era ancora considerata come una «conquista», il segno più tangibile del nostro status di potenza europea, di paese «rispettabile». Oggi tutto è cambiato, l’Europa non è più il «sogno» di cui hanno vagheggiato per decenni le classi dirigenti del nostro paese e, per induzione, i cittadini, ma un campo di battaglia dove si registrano vittorie e sconfitte, primazie e soccombenze, veri e propri disastri economici e sociali. A distanza di vent’anni dal Trattato di Maastricht espressioni come «sviluppo armonioso ed equilibrato delle attività economiche nell’insieme della Comunità », «progresso economico e sociale equilibrato e sostenibile» oppure « creazione di un’unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa, in cui le decisioni siano prese il più vicino possibile ai cittadini», suscitano un misto di rabbia e frustrazione, la sensazione netta che si sia in presenza di un tradimento delle aspettative riposte nel processo di integrazione. Sarà anche per questo che nel nostro paese i partiti ed i movimenti più o meno antieuropeisti, tutti insieme, potrebbero superare alle prossime elezioni europee il 50 per cento. In Europa oggi ci sono i paesi «virtuosi» e i paesi PIIGS, sciagurati, dei quali noi facciamo parte, insieme a Portogallo, Irlanda, Spagna e Grecia. Crisi e rigore stringono a tenaglia la maggior parte dei paesi dell’Eurozona. Che fare allora? La prima azione immediata e datata 25 maggio è votare MoVimento, la seconda..sperare nel MoVimento