sabato 23 maggio 2015

Sempre di più

Ma non è che ce lo chiedono a noi? Quando ieri abbiamo scritto l’articoletto “risarcimenti” elencando le tante sfaccettature che potrebbero derivare dall’iniziativa della Rada ucraina, che ha chiesto il risarcimento alla Mongolia, per le invasioni del 1200, pensavamo di aver fatto un ottimo lavoro. Ne saremmo ancora convinti se non fosse che il solito Cancelliere ci ha beccato in castagna. Ci siamo dimenticati del maggior saccheggio della storia con conseguente possibile richiesta di risarcimento danni. Ci spiega il dotto amico che nessuna catastrofe predatoria, (nè le invasioni barbariche, nè la colonizzazione americana, né altro) può essere paragonata a quello che fu il “Sacco” di Costantinopoli del 1204 (neanche a farlo apposta quasi coevo all’invasione mongola lamentata da Kiev). Il saccheggio fu perpetrato dai crociati “latini”, prevalentemente francesi inglesi e tedeschi, ma soprattutto dai veneziani. Quindi occhio alle richieste di risarcimento, ucrainian style, provenienti dalla Grecia! In effetti la nostra celebre città lagunare è ancora oggi costruita in grandissima parte nelle parti più preziose con materiale di reimpiego derivante dalla distruzione dei monumenti di Bisanzio. Gli storici più autorevoli in materia (Fredric Lane e JJ. Norwich) stimano che a Costantinopoli nel 1204 fosse racchiusa oltre metà della ricchezza aurea del mondo europeo (Cina esclusa). Dopo il saccheggio e l’occupazione non rimase praticamente nulla tanto è vero che la circolazione aurea, guarda caso, iniziò in Occidente nei primi decenni del 200. Costantinopoli fu ridotta a una larva di città che solo le possenti mura teodosiane riuscirono a difenderla ancora per due secoli dai turchi che, quando la conquistarono, però non vi trovarono nulla o quasi (i crociati si erano fregati tutto…) e quindi si limitarono a sterminare gli abitanti. Certo che quando si comincia a guardare la storia sotto queste ottiche si scoprono realtà decisamente inquietanti e in questo caso per noi italiani pericolose …
 Woland