mercoledì 13 maggio 2015

La "Grande Albania" ed i sogni pericolosi dell'Italia

E’ bastato l’annuncio della partenza del gasdotto “flussoturco” per scatenare di nuovo la guerra nei Balcani. Come aveva previsto il 27 aprile il nostro Cancelliere, due giorni fa i guerriglieri dell’UCK, tenuti “in sonno” dagli americani per 15 anni dopo la distruzione della Jugoslavia, hanno seminato il caos e parecchi morti nella repubblica di Macedonia. Stavolta i media americani non si sono neanche presi la briga di smentire l’input che arriva direttamente da oltre Atlantico. La Macedonia è il passaggio obbligato del gasdotto destinato all’Europa centrale in sostituzione di quelli ucraini ormai “conquistati” da Washington col colpo di stato del 22 febbraio 2014. A questo punto la UE, che nel frattempo, ha bloccato il South Stream si trova nella posizione di dover dipendere in futuro totalmente dal gas liquido americano che, dal 2016 dovrebbe secondo gli esperti “invadere” l’Europa; a quali costi e al prezzo di quanto sangue lo vedremo. Comunque una volta di più Washington ha usato senza nessuno scrupolo la strategia di STRATFOR (ricordate il video di un mesetto fa che vi abbiamo consigliato di vedere? Con l’ilare presidente George Firedman che pregustava e preannunciava le prossime venture guerre civili in Europa? Eccovi accontentati!. L’ha messo in pratica facendo balenare agli albanesi il sogno del superstato scqhipetaro. Uno stato che dovrebbe comprendere oltre al kosovo una parte dell’epiro greco (un terzo della macedonia proprio per bloccare il nuovo gasdotto) la Serbia del sud (valle di Presebo) e un pezzetto di Montenegro. Non è fantapolitica ma quello che si sta realizzando sotto i nostri occhi. Dall’Ucraina la guerra si avvicina all’Adriatico. L’Italia, nelle mani di Renzi e Marchionne, assiste felice. Ma è proprio il caso di esserlo? 
Woland