giovedì 14 maggio 2015

Una lettera ..che non ci siamo scritti da soli

Gentilissima Redazione, assisto stupefatto ad una situazione surreale com’è quella legata alla vicenda giudiziaria di Aeradria. Aiutatemi a discernere se sono io che non capisco o se quì ognuno sta facendo un po’ come gli pare. Gnassi è in attesa dell’udienza che potrebbe vedere il suo rinvio a giudizio. Lui anticipa i tempi e stabilisce che si ricandiderà comunque vada. Problema numero uno: ma non si diceva che nonostante la presunzione di innocenza, per non implicare le istituzioni in vicende giudiziarie, un rinviato a giudizio non avrebbe dovuto candidarsi a nulla, anzi, qualora in carica, si sarebbe dovuto dimettere per etica e deontologia? Almeno, questo è quello che si è sempre detto verso i vari Berlusconi, Scaiola, Previti, Lupi, ecc. Ora il ragionamento non vale più? Problema numero due: Tiziano Arlotti afferma che l’accusa di associazione per delinquere è quella che ha permesso la qualifica di aeroporto nazionale per il Fellini. Come dire, cari giudici, anche se trovate il reato, per noi è stato un corretto modus operandi, il fine ha giustificato i mezzi. E lo stato di diritto lo aboliamo per decreto? Problema numero tre: tutti sotto coperta! Le opposizioni non esistono (da anni ormai) e il PD di Rimini non è certo fatto da giganti o statisti. Si salva il grande manovratore coi baffi, trombato ma non rottamato, quindi ferito, quindi incazzato. Già, d’altronde il livello dell’attuale classe dirigente del PD non consente ragionamenti politici di spessore o prospettiva; quello che prevale sono gli interessi personali e si vede. Ciò non giova all’avvio di un dibattito serio. Ma arriviamo al quarto problema, il problema dei problemi. Il punto non è se Gnassi si può ricandidare o meno, se l’etica vale per gli altri e non per quelli di casa, se gli spavaldi sfidano i giudici o se il PD è fatto di mezze calzette che Gnassi mette a tacere con due urli o con qualche manciata di becchime. Qui il problema sta nel fatto che il sindaco, assieme ad altri, ha contribuito al fallimento di un aeroporto pubblico, quantomeno per incapacità gestionale e non sufficiente controllo. Non solo i bilanci da attivi sono diventati passivi, ma hanno prodotto un buco di circa 60 milioni di euro, dico sessantamilionidieuro di soldi dei riminesi. Quelli chi ce li ridà? Il loro buco lo chiudiamo sempre noi cittadini con l’aumento della TASI? Tanto basta per chiedere ad Andrea di accomodarsi e passare la mano. L’Amministratore pubblico non è il suo mestiere e il compito svolto, come dice lui, è sotto gli occhi di tutti!!! Cosa deve fare di altro uno per essere considerato un cattivo amministratore, dar fuoco all’Arengo? Questo è il punto che taglia la testa al toro: 60 milioni di buco, aeroporto fallito, fine delle trasmissioni. Se l’aeroporto fosse stato privato secondo voi come sarebbe finita? È il giudizio politico quello che manca in questa vicenda, perché in città, da anni ormai, manca proprio la politica, sostituita da slogan e slide colorate. Quindi, gentile Redazione, aiutatemi a capire se sto ragionando bene o se sono solo un gufo che rischia di rovinare il clima della prossima notte rosa. Cordialmente, un assiduo lettore.

PS
E non ci rispondiamo nemmeno come fa qualcuno