domenica 17 maggio 2015

Ca nun ce sta nisciuno

Difficile il mestiere (?) del cronista a Rimini. Sei obbligato a scrivere le verità di Palazzo anche se non coincidono con quello che vedi, magari girando con l'indispensabile bicicletta per aggirare i fasti del Largo Vannoni, detto anche 25 minuti. In ogni caso come cantava sconsolato l'amico albergatore passeggiando in divisa d'ordinanza di fronte al suo albergo 3 stelle ma in rigorosa proprietà: ca nun ce sta nisciuno. Ho provato a consolarlo dicendo che era arrivato il primo volo strapieno di tedeschi, l'umore è peggiorato, come se gli avessi consegnato la cartella Tari di Brasini. Mi ha urlato dietro che le prossime settimane sono anche peggio. Apprezzo la Presidente Rinaldis, il suo rispettoso silenzio per il lutto turistico è ammirabile. Si sperava con le piume sul cappello, ormai siamo ai fondi del caffè per vedere un futuro migliore. Non ci rimane che rispolverare qualche ottimistica slide di Ermeti, lo Strategico, lui ci indovina sempre. Hanno finito, presto, anche di contare i ..russi, mentre si aspetta di sentire il rumore delle cannonate dalla Macedonia.
Woland