Seguendo il noto e collaudato copione delle “Rivoluzioni colorate”, da ieri sera due grosse tende sono state montate nella piazza principale di Skopje e intorno ad essa si affollano i membri dell’opposizione “socialdemocratica” che chiedono la cacciata del governo. In questo senso il canovaccio è quello di Majdan 2013, dove si iniziò così in autunno, arrivando poi al golpe del 22 febbraio 2014. Infatti fra qualche giorno, secondo i media, si dovrebbe ripetere anche il secondo atto del Majdan Kievita: l’arrivo dei politici europei, nella specie, soprattutto quelli socialdemocratici. Visto che il leader di facciata dell’opposizione è appunto un “socialdemocratico”: Zoran Zaev. Quindi secondo la stampa occidentale dovrebbero arrivare i vari Schultz, Bildt e qualche italiano (probabilmente Pittella) e altri soggetti (daremmo per sicuro Bernard-Henri Levy, anche se socialista non è…) i quali resero indimenticabili (!!!) le notti di Kiev. Quel che ne è seguito è sotto gli occhi di tutti e queste sono le analogie. Vi è però qualche differenza. Per ora i presidi macedoni sono piuttosto scarsi. Anche per i media occidentali non superano le 10/20.000 persone. Anche il motivo vero del tentato golpe, bloccare il gasdotto turco, è ancora tutto sul tappeto. Tuttavia si nota, sotto traccia, un minore entusiasmo di far esplodere anche questo arsenale da parte sia degli USA (la visita di Kerry a Soci, ad esempio, è una sorpresa) sia della UE. Lo si capisce un po’ dai toni leggermente più bassi tenuti dalla stampa di regime (rispetto almeno al precedente ucraino). Se questa sarà solo una nostra fugace impressione oppure una realtà lo vedremo nelle prossime settimane. Infatti o la Rivoluzione Arancione macedone riesce entro giugno/luglio oppure rischia di impantanarsi. Naturalmente dipenderà da quanta benzina metteranno nel motore i mandanti di Washington e Bruxelles ma anche, almeno in parte, dalla volontà di resistere di Gruevski. L’attuale premier macedone sarà uno Janukovyc o un Assad? Ai posteri, ma a breve, la sentenza definitiva.
Woland
PS Speriamo che Putin, parlando con Kerry si ricordi dell'Eneide: "Timeo Danaos et dona ferentes"