sabato 23 maggio 2015

Non vi vengono bene

Che importanza diamo alla cultura, intesa come l’insieme di tradizioni e prospettive, di modi di percepire la realtà e di viverla in pieno, come una via di innalzamento dell’animo umano per costruire una società più giusta, più libera e più solidale? Sempre troppo poca. Ogni giorno dovremmo incuriosirci del mondo e compiere un gradino in più per innalzare il nostro livello culturale. Ma la cultura è anche la conoscenza della nostra storia, delle nostre radici, non foss’altro che per costruire proficuamente il futuro occorre conoscere il proprio passato. Partendo da queste mie convinzioni generali e passeggiando per le vie del centro storico di Rimini, mi sono imbattuto nella summa della negazione di quanto pocanzi affermato. Sulla recinzione della chiesa di Sant’Agostino, all’angolo tra via Sigismondo e via Cairoli, l’amministrazione comunale ha posizionato un cartellone raffigurante una Madonna con Bambino, particolare degli affreschi visionabili all’interno della stessa chiesa. La Vergine poggia sui quattro colori cari a Gnassi, rinvenibili anche sull’asfalto di qualche rotatoria, oltre che sui bidoni della mondezza. Sempre ai piedi di Maria campeggia la scritta “rimining”, stronzata xenofilo-sessuale di cui abbiamo già parlato. Ma questo potrebbe essere modernità, mi sono detto, il modo di vedere la cultura con gli occhi di Jonny Groove, il discotecaro di Zelig. Un tentativo di avvicinare i giovani al pallosissimo mondo della storia dell’arte. Poi, continuando a leggere il cartellone, ho capito che dev’essere stato concepito proprio da Jonny Groove, o da un tronista della De Filippi all’uopo incaricato dall’amministrazione. “Affreschi del Trecento Riminesi”, si legge. Che gli affreschi siano riminesi non ci piove, lo dimostra il fatto che sono stati realizzati a Rimini, dove ancora stanno. Quello che l’art director evidentemente non sa è che gli affreschi, sono del “Trecento Riminese”, con la E finale, che non è il nome di un locale, ma una scuola pittorica giottesca che si originò a Rimini nella prima metà del Trecento. Ebbene sì, questo è il livello culturale di chi governa la città! Mi permetto di avanzare una richiesta ed un suggerimento: date una sistemata a quel cartellone, depuratelo delle stronzate dei colori e di rimining e correggete la castroneria degli affreschi riminesi; poi non ci pensate più, continuate con l’organizzazione delle feste e non tentate maldestri tentativi di carattere culturale. Non vi vengono bene.