lunedì 18 maggio 2015

Demanio casereccio

Non si tratta del formaggio di "fossa " o della piadina che il Gnassi ristoratore chiede giustamente di difendere, così Nud e Crud per intenderci, ma della "gestione" del tratto più importante della nostra sofferente industria turistica. Avrete capito che sto parlando, per l'ennesima volta, dei riflessi che avrà la Bolkestein sui litorali riminesi e non solo. Ma perchè dell'argomento "sbraitano" solo i diretti interessati? Mi capita sempre più spesso di leggere però alcune interpretazioni "caserecce" di improvvisati giuristi ad usum bagnini o categorie familiari. Raccontate al bar.. su strada farebbero ridere, su quelli della spiaggia molto meno. Spacciate come interpretazioni della dottrina demaniale fanno incazzare, si sentono i padroni dell'arenile. Sembra sia colpa dell'albero che ti ha attraversato la strada. A questi luminari da ombrellone vorrei porgere una innocente domanda: perchè nei decenni, qualcuno si è inventato la necessità di avere degli spazi pubblici, in ambiti particolari, chiamandoli Beni Demaniali? Rimanendo alle interpretazioni oggi svolazzanti sul web, sembrerebbe atto propedeutico ad un regalo ai..bagnini e chioschisti. Se invece di raccontare od inventare autentiche cretinate, avete voglia od intenzione di ragionare, potreste scoprire che il Demanio Marittimo esiste come necessario e naturale Confine di Stato. Regolamentato, tenendo conto delle sue continue modifiche volute dal mare. Un cambiamento che giuridicamente, all'occorrenza, con un provvedimento unilaterale, da subito acquisisce forza di legge. Al malcapitato espropriato, compete solo il ricorso davanti al giudice amministrativo per contestare eventualmente un abuso o eccesso di potere. Ovviamente di indennizzi o rimborsi non se ne parla. E' sufficiente come risposta alle ..patacate da web? Sarebbe facile capire che lo Stato avendo questi inalienabili diritti, abbia anche il dovere di comportamenti consequenziali all'uso di questo bene ..pubblico. Le famose concessioni non si costituiscono come azioni di affievolimento della sua primitiva natura, ma nel migliore utilizzo di destinazione. Forse non tutti sanno che "devono" essere legate al migliore uso del mare, vietando quelli non attinenti. Non esiste un uso privatistico. Gli infiniti abusi commessi, con improvvisate e strumentali leggi, non devono costituire un'alibi per compierne ulteriori. Rimini è un catalogo impressionante. Volendo fare un esempio pratico, potrei citare la norma che attraverso canoni diversificati riconosce l'accesso a pagamento sulle spiagge, facendo venire meno il primo dei tre termini che definiscono il Pubblico Demanio Marittimo. Oppure potrei citare le libere interpretazioni sulla differenza tra facile e difficile rimozione delle strutture. Si voleva garantire, attraverso costruzioni importanti, che non venisse dispersa la caratteristica della demanialità. Non sono vietate ma diventano nel tempo beni demaniali. Per avere cognizione od anche una pallida conoscenza non servono ricerche laboriose, basta leggere i venti/trenta articoli del Codice della Navigazione. Anche sull'assegnazione delle concessioni, si raccontano storielle, come le famose imprese erotiche dei bagnini. Originariamente la durata era appena di quattro anni proprio per caratterizzare la precarietà. Il rinnovo non era un automatismo ma valutabile in ragione del buon uso che si era fatto della concessione, in presenza di eventuali concorrenti. Non è la cattiva Europa, tanto meno Bolkestein ma più elementarmente il vecchio e sacrosanto Codice della Navigazione che fin dal..1942 stabilisce che in caso di più domande concorrenti si deve procedere ad un Bando attraverso Licitazione Privata tra i vari contendenti. Una specialità che a Rimini ha fatto scuola..all'incontrario. I fenomeni politici che in questi anni, cari bagnini ed affini, vi hanno abbindolato con l'introduzione di quel pastrocchio normativo chiamato Diritto d'Insistenza, si dovrebbero vergognare. Ma voi li avete premiati ed accarezzati come salvatori. Vale solo quando non ci sono concorrenti. L'aspetto più disturbante, per rimanere nelle lecite espressioni, è l'immediato paragone con il mondo che ci circonda. Pensionati, lavoratori, giovani, donne, categorie deboli si vedono negare diritti, spesso a causa delle applicazioni dirette ed indirette della comunità europea e non riescono a trovare patrocinatori, premurosi assistenti o comari politiche. Per i signori della sabbia tutto è lecito? E' la bassa politica che ci ha condotto a questi livelli? Fate bene ad organizzarvi come tutti gli altri imprenditori, tenendo conto che la professionalità e l'esperienza acquisita possono essere un vantaggio. Non chiedete i soliti regali dalla politica. Quella italiana sembra averli finiti ..con i giornali e con il pagamento elettorale del maltolto ai pensionati. Non disquisisco sulle autentiche stronzate: l'ultima registrata afferma che la Bolkestein non si applicherebbe al demanio marittimo perchè si "affitta" un bene non un servizio. Come ho spiegato è il servizio che legittima l'uso del bene. C'è anche l'avvocato che minaccia i comuni a non rilasciare concessioni oltre il 2015. Chi deve rispondere non sono gli enti locali ma il Governo Italiano. Mentre triturava i pensionati "regalava" un prolungamento illegittimo mai avvallato e presto sanzionato dall'Europa. Renzi non ha ancora fatto niente e forse è un bene. Facile sarebbe stato affermare che 8000 chilometri di costa non possono riassumersi con una sintesi unica. Potenzialità, canoni, contratti, perfino tipicità, meglio lasciare ai comuni le prerogative ed il necessario introito, adeguato al mercato, nella corretta osservanza delle norme europee. Gli ultimi trucchi politici sono avvilenti: mettere a bando solo le zone libere, da noi inesistenti, oppure prevedere canoni differenti tra stabilimenti a pagamento o ad ingresso libero. In pratica sancire che per andare in spiaggia si deve pagare. Cominciate a normalizzare le spiagge libere.