giovedì 6 ottobre 2016

Vaccini, Questione di Prospettiva ..e non solo

Anticipo subito le scuse per la lunghezza dello scritto, ma per certi argomenti la brevità può essere foriera di imprecisione e confusione, soprattutto se sfociante nello slogan accattivante. Per cui invito a leggere fino in fondo, prima di pervenire ad un giudizio. Forse in medicina, a parte la cura dei tumori, nessun tema è fonte di tanto dibattito come quello dei vaccini. Il dibattito è certamente esploso quando il sistema giudiziario è parso dare ragione al popolo degli scettici o meglio dei “NO VACCINO”, pareri poi sconfessati, ed altrimenti non poteva essere,  visti i precari presupposti scientifici, ma sconfessioni che purtroppo non ebbero l’enfasi pari ai titoloni dei giornali che mettevano in correlazione autismo e vaccinazione. Sicuramente internet non ha giovato al dibattito, perché con esso ed in esso, su questo argomento, spesso hanno scritto e scrivono persone completamente prive di titoli (o su essi fuorvianti) per farlo, quando non anche portatrici di personali interessi lucrosi. Non bisogna infatti dimenticare che per “tutelare i propri diritti” o “disintossicarsi da questi veleni” il povero cittadino si rivolge a “professionisti” certamente non gratuiti. Forse il caso più conosciuto è stato quello del dottor Andrew Wakefield “…pagato per alterare i risultati al fine di supportare una serie di cause giudiziarie intentate da un avvocato contro le case farmaceutiche produttrici dei vaccini. Inoltre si scoprì che Wakefield aveva brevettato un sistema di vaccini separato per sostituire il trivalente che aveva additato come causa dell'autismo..” ( https://it.wikipedia.org/wiki/Andrew_Wakefield ). Wakefield viene ancora oggi, purtroppo, citato da molti sostenitori della campagna “no vaccino”. Purtroppo lo scrittore Umberto Eco descrisse perfettamente la maggior parte degli autoproclamati esperti tuttologi che dispensano le loro panzane attraverso il social network, ossia: “…"I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. E' l'invasione degli imbecilli… A maggior ragione nell'era di internet in cui imperversa la sindrome del complotto e proliferano bufale..”. Per correttezza verso il lettore devo presentarmi; sono un medico chirurgo regolarmente abilitato, con oltre 25 anni di lavoro, ed i vaccini li ritengo una grandissima opportunità per la salute, anche per quella pubblica, ma nonostante ciò non ritengo la mia posizione genuflessa verso loro. Ricordo infatti che ai tempi della H1N1, fui tra quelli, molti, che non vaccinarono i propri pazienti. Ho anche un diploma in omotossicologia, a testimoniare la mia non aprioristica chiusura mentale verso le medicine cosiddette complementari. Dopo l’ampio, ma doveroso cappello, vengo ora al titolo, “vaccini, questione di prospettiva”. Innanzitutto cosa sono vaccini? I vaccini sono farmaci, e come tali possiedono effetti positivi e possono manifestare effetti collaterali. I vaccini sono farmaci particolari che non vengono somministrati a persone che presentano una specifica malattia, ma che hanno lo scopo di prevenire una specifica malattia in persone sane. Immaginiamo ora che questa specifica malattia produca ogni anno un certo numero di invalidi, con invalidità variabili, e produca ogni anno un certo numero di morti. Ovviamente deve essere una malattia che colpisca una larga parte della popolazione e la cui percentuale di esiti invalidanti o di decessi non sia infinitesimale. Ora possiamo affidarci alla preghiera o a tutti i gesti scaramantici che vogliamo, ma se la malattia infettiva di in questione fosse molto diffusiva, sarebbe altamente probabile che noi o i nostri figli si dovremmo fare i conti come gli esiti di cui sopra. 1) Se tale malattia causa TOT invalidi e TOT morti, colpendo una parte della popolazione, mentre il vaccino preserva da tale malattia o ne consente una manifestazione sottotono, provocando effetti collaterali gravi o letali, in una minima percentuale di casi, tale da essere una piccolissima frazione dei TOT invalidi o morti per la malattia stessa, possiamo con certezza affermare che trattasi di un vaccino che funziona. 2) Una parte del risultato positivo è affidato anche al cosiddetto “effetto gregge”, ossia più è alto il numero dei vaccinati , minori di numero sono le occasioni in cui i soggetti non vaccinati, o nei quali il vaccino non garantisce una copertura totale, possono venire a contatto con il virus o batterio che causa la malattia in esame. Dalla affermazione del punto 1 deriva probabilmente il più grande ostacolo nella somministrazione del vaccino perché trattasi di farmaco da somministrare non a persona ammalata ma persona sana, ma qui entra in gioco la lungimiranza quella che nel titolo ho chiamato questione di prospettiva. Un babbo ed una mamma, disorientati da tanti azzeccagarbugli che parlano, azzeccagarbugli che non dobbiamo dimenticare a volte parlano anche per fini lucrosi, si trovano a dover decidere se somministrare il farmaco/ vaccino al loro figlio sano. Ovvio che in questa condizione il loro pensiero non sia rivolto ai benèfici effetti, ma ai possibili effetti collaterali. Se poi abbiamo qualche azzeccagarbugli che va sostenendo le tesi farlocche e bislacche che il vaccino causa l’autismo, o qualche saputello che sui social urla la propria libertà di non vaccinare i figli per il fatto che secondo lui tutti sanitari sono prezzolati da bigpharma, la confusione è compiuta. Devo essere onesto, anche io da genitore ho avuto il dubbio circa gli effetti collaterali, ma da persona di scienza, il dubbio l’ho subito spazzato via. Ma a questo papà e a questa mamma, il mondo scientifico deve rispetto e lo deve manifestare rispondendo ai loro dubbi e mettendo a tacere per sempre azzeccagarbugli e complottisti. Un punto di vista migliore, che consente una prospettiva maggiore, l’hanno il pediatra ed il medico di base, che non limitano la loro esperienza al caso singolo, ma fondano la loro conoscenza sugli studi universitari, sulla letteratura scientifica e sulla osservazione dei loro 1000/ 1500 pazienti. Un punto d’osservazione migliore l’hanno via via le AUSL, gli Assessorati regionali alla Sanità, il Ministero della sanità ed infine l’OMS. Questi fondano le loro opinioni ed i loro consigli non spulciando internet o qualche libercolo scritto dal pizzicagnolo sotto casa, o da qualche complottista o da qualche improvvisato “terapista”, autonominatosi tale per sbarcare il lunario o per invidia di una laurea mai presa; questi enti fondano le loro opinioni ed i loro consigli sui fatti che la scienza osserva e studia. Arriviamo poi al punto 2. Sui concetti in esso espressi, si fanno forza gli arroganti ed egoisti che decidono , ingiustificatamente, di non far correre ai propri figli i rischi vaccinali, seppur remoti ed improbabili, forse perché credendo di essere gli unici a decidere in tal senso, contano comunque sui benefici dell’effetto gregge, effetto comunque possibile solo perché la maggioranza dei genitori, questi si con spirito veramente lungimirante, solidale e civico, decidono di vaccinare i loro figli. Ma considerando che purtroppo il vaccino non ha efficacia al 100% e sul 100% dei vaccinati, ossia raramente qualche vaccinato può ammalarsi di una data malattia, anche se in tono minore, quei soggetti non vaccinati rappresentano purtroppo dei cluster (gruppi di persone) di possibile contagio. Questa probabilità aumenta in modo esponenziale col numero di soggetti non vaccinati. Ecco perché bene fanno quegli assessori alla sanità od alla scuola che decidono di impedire l’accesso agli asili ai bambini non vaccinati; anzi io personalmente vieterei l’iscrizione di questi bambini a tutte quelle forme di aggregazione che prevedono promiscuità, per cui anche alla scuola elementare, alle associazioni sportive, agli scout, nei campeggi estivi. Ovviamente con esclusione di quei casi in cui il vaccino sia controindicato per allergia od altra controindicazione medica. Il concetto potrebbe apparire un po’ forte, ma non dobbiamo dimenticare che la Costituzione garantisce “la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”, ossia la liberà scelta di un individuo non può ledere o minacciare la salute di un altro individuo (“La mia libertà finisce dove comincia la vostra” - M. L. King), sia come singolo che come parte della collettività. Purtroppo la vita sociale, oltre ai tanti lati positivi, ci pone di fronte a scelte difficili e a volte non scevre da rischi e chi decide di vivere in questa società ha l’obbligo morale di adattarsi ai comportamenti suggeriti dalle verità scientifiche; a maggior ragione chi amministra questa società ha l’obbligo di essere lungimirante e di isolare chi per egoismo non vuole adattarsi agli obblighi a cui la società sottostà. I vaccini non saranno forse la panacea di tutti i mali, ma certamente hanno quasi liberato l’umanità da alcune gravi malattie. Negare ciò è falso e molto pericoloso. E seppur come ha detto un noto collega riminese, pneumologo, “forse tra 100 anni i nostri colleghi rideranno delle nostre certezze”, al momento questa è la verità scientifica, il resto sono solo chiacchiere di persone forse non senza interessi in merito, o da social network da parte di quei soggetti di cui scriveva Umberto Eco. Cordiali saluti Corrado Paolizzi leggo ora una intervista al Prof. Burioni, virologo, che dopo esser stato "costretto" a partecipare ad una trasmissione in cui si discuteva di vaccini e come interlocutori, la RAI, aveva chiamato un bisonte ed un'attrice, in cui dichiara: “Quando ho visto chi c’era in studio, mi son detto qui finisce male. Ho temuto perché so che siamo ormai in un mondo nel quale chi studia è arrogante e chi dice che 2 più 2 fa 5 è un libero pensatore che si oppone alle calcolatrici ...Probabilmente se avessi dovuto controbattere a tutte le scemenze che ha detto il DJ, compresi gli errori grammaticali, non sarebbe bastata la notte, però non riesco proprio a tollerare che sia stata data a lui e alla attrice maggiore dignità di intervento su un tema che ignorano completamente. Potevo andarmene, capita la situazione? Forse, ma non è nel mio stile. Alla fine, purtroppo, essere rimasto ha sancito che scienza e cialtroni non sono alla pari per certa informazione: si prediligono i cialtroni”. Io aggiungo che da certi socialnetwork, da certi blog, da certi gruppi di discussione, per non leggere continuamente idiozie, ci si può anche togliere, ma essere costretti a pagare un canone per udire pericolose stronzate, è inaccettabile in un paese serio.
Corrado Paolizzi