domenica 2 ottobre 2016

Non c'è nulla di che ridere

Evito accuratamente di assistere alle oceaniche manifestazioni di regime; sono scontate e si perpetuano sempre nello stesso modo. Poi però ci si inciampa gioco forza, leggendo l’attenta stampa locale. Mi riferisco alla discesa del Presidente del Consiglio nella nostra città, e della cronaca dell’evento, dove il nostro Sindaco non ha perso l’occasione di magnificare i cambiamenti della città associandoli, con un volo pindarico, a quelli che avverranno in caso della vittoria del “si” in Italia; il solito mantra recitato ad ogni apparizione pubblica, ampliato in chiave nazionale. Forse, in questo, ha superato perfino la Boschi. Il Presidente dal canto suo, secondo la logica “do ut des”, ha elogiato i progetti riminesi; secondo voi poteva fare diversamente? E così il siparietto deliziato con le stoccate agli avversari, si è svolto secondo il solito consunto copione. Ci sarebbe da ridere se la politica italiana tutta non ci avesse abituato che queste, ed altre cose che produce, attengono alla normalità. Ma ormai non si ride più nemmeno per le assurde motivazioni che vengono quotidianamente snocciolate dai politici di governo, specie alcuni, per perorare la causa di quelli a favore di questa pasticciata riforma Costituzionale. Infine due riflessioni: in quale Paese un Presidente del Consiglio, che rappresenta tutti gli italiani, conduce un tour per perorare una sola causa, ma lo fa a spese di tutti indistintamente? E in quale paese la presenza di un Presidente del Consiglio ha bisogno di “blindare un centro storico” (come testualmente recita l’articolo letto), se rappresenta intera nazione? Poi un accenno ai contestatori definiti “una manciata” e “armati di striscioni e fumogeni”; quando era più appropriato parlare di “provvisti di striscioni e fumogeni”. Ma questo è il giornalismo casereccio ed è un'altra (brutta) storia
S. De Vita