domenica 23 ottobre 2016

Il Coperchio della Pentola

L'uscita di Zanzini, presidente del Comitato negozi (chiusi) di MarinaCentro, spinge alla formulazione di una domanda: perchè a Rimini gli "unici" che li riaprono sono almeno extracomunitari e le pensioni sono piene di escort rumene e bulgare? I riminesi hanno perso l'antica voglia di intraprendere oppure i concorrenti non onorano regole e tasse? Non sarebbe il caso di sviluppare analisi leggermente più serie? A chi dobbiamo credere? Al primo ministro, in quota americana, che sbandiera, dopo la cena con Obama il "verso" cambiato? Oppure al locale Principe che con la complicità di tre veline racconta di "pieni e pienoni" ad ogni sbadiglio festaiolo o fieristico? Il congressuale è sparito dalle agende. Hanno spacciato la vergogna elettorale del Job's Act come la panacea per le assunzioni. Alla ricerca degli ultimi spiccioli, hanno cancellato Equitalia, per fare l'ennesimo condono mascherato. Siamo affogati per i troppi segni +. Tutta la penisola è una enorme Lampedusa, facciamo i salvatori per fornire falsi fuggitivi alle cooperative di governo, così la Merkel ci concede due miliardi per le regalie pre-referendum. La crisi nazionale si protrae da oltre dieci anni e non si vede la fine. In altri paesi i segnali incoraggianti ci sono. La moria cittadina è però insolubile. Il comparto turistico, uno dei più forti e organizzati in Europa è quasi scomparso. La catena dell'offerta si è smantellata da sola con la sua desolante ripetitività. Negozi e alberghi sono tutti uguali, con poche eccezioni che confermano la sborona regola del du vot chi vaga. I giornali (tre) politicamente allineati possono continuare a pubblicare dati inverosimili e truccati dalle estetiste del Palazzo, ma la qualità, al netto della bugiarda quantità, delle presenze turistiche, spinge alla chiusura dei pochi negozi italiani, in particolare nella fascia medio- alta. La fuga di Armani da RiminiCentro è emblematica. A Riccione ha ancora una sede. Ma si sa la Tosi è nemica, non solo turistica, del Principe degli Anelli..stradali. Stiamo parlando della prima economia riminese, diventerebbe (giornalisticamente) chiaro che si abbassa anche la capacità di spesa dei cittadini indigeni. Dal Porto a Miramare esistevano circa 700 negozi, ma le "attenzioni" di questa amministrazione piddino-civica sono rivolte ai pub del Lungomare..gli altri possono "pakistanare, cinesare, bangladeshare, dove vogliono. Le passeggiate sui viali sono assediate da rumore e smog con una barriera continua di auto in sosta. Siamo tutti convinti che vada cambiata ma allora perchè al Principe rieletto con un plebiscito alla Pizzolante, interessano solo i 500 mt del Centro della Marina fronte mare? Alle critiche (tante) abbiamo sempre accompagnato proposte strutturali che sono naturalmente antitetiche alle preoccupazioni elettorali del Sindaco-Principe. Mantenere una corsia di marcia lato mare, una flessibile circolazione per stanze con il vigile elettronico, creare 10.000 stalli per liberare dalle auto la zona della marina e infine raddoppiare la larghezza dell'attuale marciapiede. Gli spazi pubblici rimangono.. pubblici, fatte salve le zone di ristoro ben determinate, con piazzole (di qualità) regolamentate con un corretto rapporto ampiezza/spazio esterno concesso. Valido per tutti i..borghi. Va pure ricordato che nelle ore serali almeno una decina di vigili comunali devono controllare la passeggiata per contrastare abusivismo, prostituzione, spaccio, pallinari, borseggiatori e tutta la fantasia delinquenziale che ci ha premiato con un record vergognoso. Sarebbe il "minimo" da realizzare. Dopo (forse) avremmo la felice sorpresa di vedere sparire qualche kebab e l'apertura di qualche altra sede dei civivo di qualità non gnassiana. Invece continuerà la propaganda. L'unica speranza è la vittoria del No. Possono cambiare tante cose, magari la Clinton ci regala Draghi.