martedì 18 ottobre 2016

Provocazione? Di più.

L'altra sera il telecomando impazzito si è fermato su una rete locale che riprendeva una riunione, mi sembra del Consorzio Corovin (Tavernello). Una delle tante aziende del cesenate che usano (anche) le reti nazionali per la pubblicità. Rimini, che io sappia, neppure una. Però siamo "primi" in tanti campionati della cronaca nera. La differenza (cruda) tra noi e i cugini, è che il lavoro loro l'hanno creato, noi lo abbiamo..trovato. Affermazione che in quella città totalmente diversa dalla "balneare" è d'attualità, dopo anni forse pieni d'invidia. Tornando alla riunione in diretta televisiva e ascoltando bilanci, statistiche, programmi e strategie aziendali su come, cosa a chi si vende, oggi e soprattutto in futuro, mi viene in mente la "ridicola" querelle su Airbnb. Hanno raccontato, senza trionfalismi, il cammino della viticoltura romagnola con una interessante analisi sociale: una volta il vino veniva consumato prevalentemente dai soggetti dediti ai lavori pesanti, oggi i "grandi" numeri sono arrivati grazie ai giovani e donne. Il vino si beve per diletto. Non ho potuto evitare un raffronto con la mia città e con gli attori che il nostro barcollante palcoscenico mostra: la Rinaldis urla contro l'uso del web e Mussoni, il paleontologo della spiaggia, fermo come un ombrellone..fossile. Nessuno di questi e altri è mai stato sfiorato dall'idea o dubbio che l'operaio, ieri consumatore di vino, oggi lavora ad una macchina a controllo numerico. Non parcheggia per 10 giorni sulla brandina, non vuole mangiare a comando alle ore canoniche. Nessuno degli intervenuti ha usato scorciatoie o feste del vino..rosa.  Altro fatto insolito ma salutare, alla discussione non era presente nessun politico e nemmeno l'assessore ai vini. A Rimini piccole questioni come il fallimento di Aeradria, Questura, Campi Sportivi ed i "pegni" del Palas risolti (?) con la Pompei Aquarena, sono stati classificati come inevitabili "buchi" per il bene comune. La curiale tv non organizza dirette su argomenti scomodi. Ne (ri)cito solo due per le peculiarità prettamente riminesi: Palas da 150 milioni che doveva essere sostenuto in gran parte dalle royalties pagate dagli albergatori. Aeradria ed i collegamenti onorati con denaro pubblico ma in colossale perdita. Non è solo il fatto che a Cesena quando va malino fanno la Serie B, mentre noi siamo un pò sopra la Terza Categoria, è la differenza culturale e ..politica che ormai è enorme. Non hanno avuto la destagionalizzazione..agricola dei Chicchi e quando l'Autostrada scaricava milioni di bagnanti, coltivavano ancora pannocchie, mele, pere e uva. La biscia si è ribaltata. Provate a pensare se (per caso) la Tv del Consiglio volesse fare un programma come quello. Chi potrebbe invitare? Il Partito di Gnassi. I responsabili del nostro fallimento ci sono tutti.