lunedì 23 dicembre 2013

Italia Divisa

NapoLetta ha consumato la sua prima conferenza di fine anno. Due le novità annunciate con il suo pathos da ufficiale giudiziario. Nel 2013 ci sono state due rivoluzioni: i quarantenni al potere e la fine della recessione a..parole. Ascoltandolo si capisce perchè Renzi venga salutato come l'ultima speranza. Nove anni di crisi, la più lunga del dopoguerra, non è finita, ha segnato il Paese, modificato, sbranato la società. Gli indici con cui le statistiche misurano le disuguaglianze sociali crescono inesorabilmente. Ricchi più ricchi. Se la sono cavata egregiamente, con appena qualche piccolo tremolio, che non ha compromesso le quote in più di ricchezza nazionale, guadagnate negli anni e nei decenni precedenti, a scapito del resto del Paese. E' all'altro capo della scala sociale, però, che è avvenuto lo sprofondamento. I poveri, a cominciare dalle classi medie in declino, sono diventati più poveri. Soprattutto al Sud, dove erano già più poveri. L'allargarsi della forbice è anche più vistoso se si considera come i 4 milioni di italiani ricchi ed i 40 mila straricchi hanno cavalcato gli ultimi anni di crisi. Avete notato qualche differenza dagli altri Natali per Miliardari. Non sono gli auguri di Gnassi, tutto sommato doverosi, compresi i ringraziamenti per una Città che lo ha scelto per un lavoro ben pagato ma immeritato, ma quelli fastidiosi, irritanti di Montezemolo, nel suo vestito gessato che promette una Ferrari vincente. Al solito non ha nessuna colpa ma il merito di essere un Agnelli Segreto. L'ultima Italia egualitaria è ancora quella dei primi anni '80. I 4 milioni di contribuenti, che costituiscono il 10 per cento più ricco degli italiani, assorbivano il 26 per cento del reddito nazionale. In realtà è di più, non si tiene conto dell'evasione e neanche dei redditi fuori Irpef, in particolare gli interessi sui depositi, le cedole dei titoli, i dividendi azionari, insomma, le rendite finanziarie in genere che, per i ricchi, pesano. Dieci anni dopo, dunque, nel 1993, il 10 per cento più ricco intasca il 30 per cento del reddito dichiarato, lasciando il 70 per cento a tutti gli altri. E' il momento in cui l'economia italiana si ferma, smette, sostanzialmente, di crescere per non ripartire più, fino ad oggi, accontentandosi di allargarsi ad un ritmo paragonabile a quello di Haiti o dello Zimbabwe. La capacità dei più ricchi di intercettare quote crescenti di reddito è il segnale più vistoso di una società ineguale. Il 10 per cento più ricco diventa più ricco, ma che succede nell'altro 90 per cento? La disuguaglianza è nettamente inferiore nel Centro-Nord. Una situazione che muta di colpo sulla linea Roma-Pescara, sul confine di quella che era l'area di intervento della Cassa del Mezzogiorno, soprattutto se si tiene conto anche della disoccupazione. Qui, quasi tutta la Sicilia, la Calabria e, soprattutto, Campania, Molise, il grosso della Puglia, in buona sostanza, l'Italia meridionale, con l'eccezione della Basilicata, registra tassi di ineguaglianza paragonabili a quelli della Turchia. Una frattura geografica che si affianca e si somma a quella nazionale ricchi-poveri e che rende ancora più incerto il cammino di uscita dalla crisi. Calano le vendite al dettaglio, a soffrire maggiormente sono i prodotti alimentari, a testimonianza di come gli italiani stringano la cinghia anche a tavola. Povertà. L'Italia rinuncia a vacanze e proteine. Renzi è arrivato sulla scena politica segnando indubbiamente una novità riconosciuta dagli elettori. E’ interessante sottolineare che quelli che maggiormente ne vedono la capacità di essere dirompente rispetto allo scenario consolidato si trovano fra gli elettori di Forza Italia. La collaborazione tra Renzi e Grillo sarebbe ben vista dal 60% degli elettori che rimproverano al leader del M5S di rinchiudersi eccessivamente nella protesta senza impostare davvero processi di cambiamento e lo pensa anche più del 30% degli elettori del MoVimento. È stato da più parti rilevato che il movimento dei “forconi” dà voce ad una parte del paese che si sta impoverendo e non vede prospettive. Quasi il 50% ne condivide i contenuti anche se è fortemente critico sulle modalità, mentre il 29% condivide anche le forme con cui la protesta si è espressa. Per un totale di consensi complessivi vicino all’80% dei cittadini. Consenso decisamente trasversale, se pur con qualche presa di distanza in più da parte degli elettori PD. Si conferma il disagio del paese ma soprattutto si conferma la difficoltà di dare rappresentanza politica a questo profondo malessere. Sondaggio Ipsos PA per RAI-Ballarò presso un campione casuale (?) nazionale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne. L'informazione di regime è questa, dimenticavo, è stata fatta con 800 interviste, quasi tutti cittadini votanti ancora Pd Area Renzi.

P.S.
Foto della raccolta materiale per alluvionati della Sardegna, fatta dal M5S Rimini. Niente diretta Mediaset e discorso nella Sala dei...Servi.