lunedì 30 dicembre 2013

Rep-Tax

Grillo ha annunciato che il 31 dicembre ore 20,30 a streaming unificati  farà pervenire il messaggio all'altra Nazione. Due terzi della popolazione votante che non ritengono il PD degno di governare ed il Presidente...non eletto dai cittadini ma da una parte di un Parlamento frutto di un'altra remota epoca. Le reti che noi paghiamo con il canone trasmetteranno altro. Repubblica, proprietà di Carlo De Benedetti, noto imprenditore svizzero, venduto in panino con la tessera Pd, è scatenato ..per la Web Tax.  Ha accusato Grillo di deriva populistica-sfascista e di essere difensore dei più plateali evasori fiscali come..Google. Per non sbagliare ha accomunato in questa vergogna fiscale neanche paragonabile alle Sorgenie d'aiuto, il socio Casaleggio, noto amante della citata Google. Il nuovo avversario da abbattere sarebbe.... il presidente PD della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, colpevole d'aver voluto nella legge di Stabilità la norma incongruentemente definita "web tax" da oppositori e detrattori. Al proprietario del giornale del Pd e della tessera primaria, stupisce che legali, giornalisti, imprenditori, economisti da anni in prima linea sul fronte dell'innovazione, persone in gamba che danno l'idea di credere in quanto dicono e scrivono, si siano trovati più uniti che mai nel tentativo di impedire che l'Italia diventi un paese dove il fisco sia (un po' più) equo e la concorrenza senza privilegiati. Per questa ragione continua imperterrito ad usare la cittadinanza svizzera ed un partito italiano. La Rep-Tax di De Benedetti inserita nell'orrendo SalvaRoma al pari delle slot machine, guarda caso con la stessa derivazione partitica, ha la certezza di essere annullata dalla Ue, al pari delle regalie ai bagnini. L'idea di non potere acquistare un prodotto se il venditore non ha partita iva italiana è di stampo medievale, come la tipicità demaniale. Al proprietario del partito di Repubblica, straordinariamente coincidente con il Pd, poco importa se americani ed inglesi sorridono al cospetto delle sanzioni del governicchio NapoLetta. Di fronte al suo imput politico-imprenditoriale si sono arresi tutti, dal Quirinale in giù. La Rep-Tax è stata reintrodotta, ma entrerà in vigore (?) in maggio. Quanto terrà? Lo stesso tempo del governicchio. Renzi nel suo avvilente tour per mettere pezze ai buchi del nemico democristiano di governo, si è pronunciato contrario all'introduzione di una tassa sul web. Il suo presunto nuovismo, le speranze che ha lanciato, si sono accartocciate a fronte di una decisione tanto stupida quanto comica. Concentrando il fuoco su Grillo, l'Ingegnere svizzero nelle vesti di blogger riesce, impresa non facile, a non citare alcuno dei legali, giornalisti, imprenditori, economisti che hanno criticato il provvedimento sia nel merito che nel metodo. A partire da Matteo Renzi che aveva inflitto un dispiacere al suo grande elettore, bocciando il boccia-emendamento perfino con sarcasmo: siamo passati dalla nuvola digitale alla nuvola nera di Fantozzi. Insomma, la Rep Tax minaccia di essere una polpetta indigesta, una delle tante che si accumulano sulla mensa del Pd, anche senza scomodare Grillo e dintorni. Una polpetta calda, anzi bollente, come il Mps che ha bocciato anche Profumo, uno di casa Pidi, ragione per la quale a dispetto dei segreti gelosamente custoditi dalla procura indagante, il pentolone dei debiti della banca del partito, sia destinato ad esplodere. Carim come Mini Mps? Sarà il titolo di un prossimo articolo.