domenica 8 dicembre 2013

Anche il PCI

Bellissimo il VDay di Genova, ma queste adunanze, ricordo, le faceva anche il Partito Comunista professando l'uguaglianza sociale al posto dell'uno che varrebbe l'altro. Ovvio che il resto diventasse piccolo, insignificante, però quando si tornava nella propria città, il piccolo con le dovute proporzioni diventava grande. L'errore storico del Pci, fu di non capire che nelle azioni quotidiane si creava la benzina per far funzionare il motore di una società più giusta. Dico questo perchè se qualcuno pensa di essere diverso chiamando cittadino il deputato di turno, ricordo che anche nel vecchio Partito era consuetudine chiamarsi compagni, dandosi del fraterno tu. Tutto questo mostra anche un risvolto pratico, volendo fare analisi e non propaganda. Il rischio che le recenti elezioni hanno trasformato in amara certezza è che a livello locale il Movimento ricavi risultati modesti. Va bene una visione innovativa della politica, quasi rivoluzionaria, ma quando un cittadino deve scegliere un Sindaco o Consigliere lo fa in ragione di proposte concrete e condivise sul territorio. Poi magari ritorna a Genova ed applaude. La proposta per essere convincente deve nascere da una conoscenza approfondita, in quanto, piaccia o meno, le soluzioni sono spesso complesse. Non puoi usare le scorciatoie dialettiche del Tutti a Casa. Capisco che questa impostazione possa incutere paura, richiama brutti film, ma è una verità incontrovertibile se si vuole veramente gettare solide fondamenta e non sprecare forze e speranze. Come limitare gli effetti collaterali? Prima di tutto va riconosciuto che il MoVimento limitando gli scandalosi benefit ha già posto limiti statutari importanti, che non devono in alcun modo essere interpretati o modificati, poi una sana azione politica quotidiana è l'antidoto migliore perchè emerga il meglio e quindi anche i migliori rappresentanti, quelli che lavorano davvero. Non voglio uno scontro con i dettami del MoVimento, ma creare una esaltazione degli stessi. Per esempio cosa impedisce a Rimini di aprire dei CENTRI D'ASCOLTO nei vecchi quartieri, mettendo assieme il sano volontariato con le segnalazioni dei problemi concreti dei cittadini, dando organicità e forza alle proposte? Creare come è stato fatto lodevolmente sul Ponte del Deviatore una massa d'urto che ha costretto gli incapaci a modificare le loro ridicole impostazioni, spacciandole come novità. Aprire anche specifici confronti, avendo il vantaggio della conoscenza dei temi da trattare, onde evitare che come spesso accade nelle riunioni improvvisate tutto finisca per non avere un senso. Aspetto risposta, dando sin d'ora la disponibilità a lavorare per questo, senza cultura dei sospetti, è già un buon viatico per non diventare come quelli che governano. Questo percorso lo si vuole fare con il web, occorre ricordare che il rapporto diretto vale ancora molto più dei post. I cittadini hanno bisogno di punti di riferimento, hanno cancellato anche quelli. E' rimasto un uomo solo al comando, con un equipaggio pauroso, è arrivata la lettera che lo avvisa dello sfratto imminente, prepariamoci a compilare le schede elettorali per mandarli a casa..davvero.
Sandro Baschetti