martedì 24 dicembre 2013

Il Mondo delle Favole

Abbiamo scelto non a caso la data di oggi, 23 dicembre 2013, per un post dal tono poco natalizio di una Rimini che non vorremmo, ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine. L’occasione di parlarne ce la da Renato, usiamo questo nome di fantasia. Renato ha lavorato ininterrottamente per 12 anni, dalla laurea sono passati appena sei mesi per trovare il primo impiego (chiaramente molto al di sotto delle aspettative). Di buon ora si presenta al centro di collocamento di Rimini, p.le Bornaccini, ormai è un pezzo che doveva andarci. In realtà ci aveva già provato venerdì scorso ma un avviso su foglio A4 annunciava che venerdì 20 gli uffici erano chiusi per corso di aggiornamento. “Ma perchè non li fanno di sabato, loro che hanno un lavoro?“, giustamente si chiede. Eppure con il suo smartphone dal sito riminimpiego.it non lo aveva notato questo avviso. Che sbadato. Renato questa mattina arriva di buon ora e prende il numerino, come al supermercato, ed ha il numero 89 “Ohibò, son solo le 8.45 e ancora devono servire il 56…andiamo bene“. Gli occhi di Renato diventano i nostri, e la descrizione di quella sala ci ricorda uno dei tanti film americani dove una angusta e spoglia sala di attesa è separata da una porta blindata dalla terra promessa ovvero un ambiente vasto, silenzioso, ordinato dove qualcuno forse ti offrirà un lavoro. Ma in realtà è solo un’altra sala d’attesa dove compilare un database, mica davvero pensavi che qualcuno subito ti offrisse un lavoro? Ma vivi nelle favole? Il quadro che ci viene descritto lo conosciamo, anche perchè in passato quegli ambienti li abbiamo frequentati anche noi. Una quarantina di persone in attesa, e siamo solo all’apertura, tanti extra comunitari, signore e signori dell’Est (e lo si capisce solo guardando gli abiti e il taglio di capelli anni Settanta), pochi italiani. Renato non è a disagio, è comunque sereno, però si capisce dal suo abbigliamento che con quella ansia, preoccupazione, nervosismo quotidiano c’entra ben poco. Lui è a sedere calmo, ed osserva i vari dipendenti che vanno e vengono, chi esce per un caffè magari, chi esce dalla famosa porta blindata e convoca le persone 10 alla volta. Poi guarda quelli che sono gli habituè del sussidio di disoccupazione, danno informazioni agli altri, offrono suggerimenti. Poi ci sono quelli che si infilano, o almeno ci provano, ma vengono rispediti al mittente, ovvero alla macchinetta che distribuisce i numeri. “Signora serviamo il numero 87, quanti chili di mortadella?“. Ecco tra le persone in attesa ben poche son belle pasciute.. Ora tocca finalmente anche al nostro amico Renato, e gli sembra di essere entrato nell’attesa di un terminal tedesco. “Però ne han fatto di strada qua dentro rispetto a 12 anni fa“. Sì, il nostro amico di oggi conosce già quel mondo, saprebbe anche come fare per un passo in avanti e lasciare il suo posto a chi ha vera necessità, tanto deve lasciare solo un misero foglietto. Giustamente sta al suo posto ed attende paziente. Se le regole non le rispettano neanche i poveracci, chi lo fa in questo paese? “Purtroppo l’iscrizione alle liste di collocamento non possono farsi in via telematica“, questa è l’amabile risposta all’accoglienza. “Ma scherziamo? Non siamo mica in Europa come paese!”, commenta una signorina decisamente nervosetta ricevuta la risposta. Alt! Qui è meglio non arrabbiarsi e non parlare ad alta voce. E’ buffo, ma questa è l’interpretazione che Renato da al biglietto su sfondo giallo che ci fa vedere dopo averlo fotografato. Recita così: Attendere il proprio turno in silenzio e con ordine facilita il nostro lavoro ed è un vantaggio anche per tutti voi. Guarda un pò, uno perde il lavoro sotto le festività natalizie e non ha diritto neppure a sfogarsi? Magari alzare un pò la voce al telefono commentando la situazione con il proprio compagno/a? Nel frattempo non puoi distrarti un momento, escono dai loro box i consulenti del lavoro che con il loro cicalino mandano avanti i numeri senza annunciarli a voce e se ti distrai sei “out”. “Mi scusi mi ero distratta! Ma scusate non li annunciate?“ Eh no ragazzi, diamine, ma vivete nel mondo delle favole? Quando entrate qui nel limbo dovete osservare il monitor ed il numero che appare. Vedete che siete voi che non volete lavorare? Renato alla fine ce la fa e si siede di fronte al suo Consulente che compila una modulo on line e ti annuncia che riceverà un email da un portale regionale ‘Lavoro per te’. “Apperò allora ci siamo modernizzati. Sicuramente questo sito mi invierà mail interessanti“. Bene, arriviamo alla domanda fatidica, quella più imbarazzante…Mi scusi, ma per richiedere la disoccupazione o almeno vedere se ne ho diritto?” Mi spiace, per questa deve rivolgersi ad un patronato o ad un sindacato. “Ah, non si fa tutto qui? Ma che ci sono venuto a fare?” E no signore, ora le do l’elenco dei patronati e sindacati con numero di telefono e indirizzo civico. Grazie amico consulente, ci rivediamo tra un anno per riconfermare la mia disponibilità a cercare un lavoro, se mi dovesse andare male nel 2014. Renato telefona subito al primo della lista, ma una amabile voce automatica gli augura buon Natale e lo informa che fino al 7 gennaio gli sportelli rimarranno chiusi. “Una mattinata fantastica“, sorride Renato. Anche noi salutiamo Renato, augurandoci vicendevolmente in bocca al lupo con la promessa di smettere di credere alle favole!
@markollen
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