domenica 22 dicembre 2013

Tutte Puttane

Ti piacerebbe mettere a battere tua madre? Lei per te lo farebbe e molti vogliono che abbia anche la possibilità di farlo. In quest’ultimo anno nella comunità riminese sono stati lanciati a più riprese appelli per la riapertura delle Case Chiuse e una raccolta firme decisamente fallita. Lo scopo dichiarato non è quello di andare a mignotte in maniera più rilassata e, anche se a qualcuno trombare giovani rumene con la famiglia sequestrata nella scomodità di un’auto crea problemi all’erezione, il titolo di questa iniziativa sembrerebbe essere togliere le puttane dalla strada. A parere di chi scrive i proponenti di queste soluzioni peccano di poche informazioni o perlomeno di scarsa voglia nel considerare quelle a disposizione di tutti. Stupisce poi come nell’epoca della ricerca spasmodica delle pari opportunità ci siano molte donne a tirare la fuga per questa idea. A loro do un consiglio: una bella marchetta con il peso addosso di un porco sudato, sdentato e affetto da alitosi … non penserete mica che George Cloney vada a puttane vero..? Dopo questo invito le donne staranno pensando? Io? Mica ho bisogno di battere e anche se ne avessi bisogno non lo farei mai. Il problema in fondo è proprio questo: allontanare dagli occhi il degrado della società, anormalità a cui ci sentiamo di non appartenere e nella quale riteniamo di non poter cadere mai. Ora però, dato che questo è un concetto troppo profondo per talune persone, passiamo alla trattazione nel merito della teoria propinata. Ipotesi: Aprendo le Case Chiuse si sconfigge la prostituzione per le strade. Tesi: Mettendo le Prostitute in una situazione di legalità, con tanto di trattamento sanitario e previdenza sociale, il cliente abbandonerebbe la ricerca da marciapiede per l’ambiente più confortevole e sicuro delle Case Chiuse. Antitesi: Chiedo scusa, ma l’antitesi non possiamo compilarla in maniera superficiale come fatto per la tesi. Al fine di non trattare il degrado sociale come qualcosa che possiamo semplicemente nascondere bisogna partire dai fondamentali con due domande. Chi sono i clienti di una prostituta da marciapiede? Chi si prostituisce per strada? Per la rubrica forse non tutti sanno che: le case chiuse esistono ed inoltre ci sono numerose professioniste che prestano il loro servizio nell’ambiente confortevole, discreto e protetto di un appartamento. Il cliente della prostituta da marciapiede, che sia donna, ragazzina, trans o preadolescente si arrischia per un unico motivo: il prezzo. Dunque perché una prestazione al chiuso sia appetibile, per un cliente da strada, dovrebbe essere competitiva a livello di richiesta economica. Lo reputo inutile, ma due conti fateveli lo stesso, ecco la lista della spesa: occupazione dello spazio nella struttura al chiuso, il controllo sanitario obbligatorio, i versamenti previdenziali, il pagamento delle tasse e la giusta valutazione di una prestazione che non è propriamente come un taglio di capelli. Praticamente come competere con un cinese nella manifattura, chi non paga la mano d’opera e tasse pratica prezzi imbattibili. Una volta superato lo scoglio del prezzo bisognerebbe convincere poi il pappone, gentiluomo per antonomasia, a non abbassare ulteriormente le sue tariffe (nulla di più facile per i motivi di cui sopra) e a convincersi che il terzo business più redditizio del mondo, dopo armi e droga, non è cosa per lui. A me le favole piacciono, ma non quando servono ad addormentare la coscienza civica. Un’altra considerazione. Nella seria trattazione di un progetto si mettono in evidenza anche le conseguenze indesiderate del proponimento al fine di poterle prevenire, processo completamente assente nei meccanismi mentali dei benpensanti. Così al volo mi vengono in mente un paio di effetti collaterali, tipo… Persone sulla soglia della disperazione, che normalmente non saprebbero proprio come fare a prostituirsi, avrebbero un comodo accesso a ciò che non vorresti mai per tua mamma o tua sorella. A te non succederebbe mai? Prova a pensare ad un Italia in default. L’azienda per cui lavori chiude, i soldi che hai messo da parte non valgono più nulla, come anche quelli che costituiscono le pensioni dei tuoi genitori. Probabilmente il turismo sessuale si sposterebbe dalla Thailandia all’Italia, (vuoi mettere?). A quel punto il sacrificio per dare da mangiare alle famiglie toccherebbe alle donne… hei ma che problema c’è? Ci sono le Case Chiuse!!! Naturalmente questa è un’estremizzazione, ma nella nostra società esistono molti più casi di disperazione di quanto si pensi e considerarsi immuni dai colpi di mano del destino è piuttosto stupido. Un consiglio. Chiudete la pagina Facebook, alzate il culo dal divano e andate a parlare con i rappresentanti della legge. Scoprirete un dato singolare. La prostituzione in un Paese cresce in maniera direttamente proporzionale all’aumento della povertà. Per quanto mi riguarda la soluzione al problema della prostituzione passa per la riconquista della legalità come valore civile, non certo dal girare la testa per non vedere. Volete veramente sconfiggere la prostituzione, formate dei comitati e andatevi a mettere numerosi vicino le prostitute a fare un bell’applauso con tanto di fotografia a chi le carica in macchina. Tempo un mese avrete risolto il problema o perlomeno il business sarà spostato in una zona più tollerante. Certo, ci vogliono le palle per farlo, i Riminesi le hanno? 
 P.S.
 Alle donne che propongono le case chiuse come soluzione. Abbiate rispetto per voi stesse, il fatto che non siate voi la merce in vendita non vuol dire che non siete coinvolte, ma ne riparliamo il giorno in cui vi servirà del credito e, non avendo i parametri adeguati, vi sentirete rispondere :” Signora.. ci sono sempre le case chiuse.”
 Davide Cardone [@DadoCardone]