venerdì 27 dicembre 2013

Il Cancelliere: Una Stronzata

Caro Lugaresi,
pur nella complessità della materia, cerco di sintetizzarti perché definisco una “stronzata” la “patrimoniale” proposta da Prodi/Nomisma e da te, un po’ ottimisticamente definita: “rapina giusta”. Solo per gli aspetti essenziali ti ricordo: 1) una “patrimoniale” per essere tale e avere effetti (solo) nocivi ma non anche distorsivi (che è peggio...) dovrebbe tenere conto non solo degli “attivi”, come è implicito nella sua natura, ma anche dei “passivi”. Appunto come avviene nell’imposta di successione che è l’unica “vera” patrimoniale del nostro sistema fiscale dove agli attivi si sottraggono i debiti. Se così fosse la base imponibile si ridurrebbe moltissimo, tenuto conto dell’enorme indebitamento degli italiani specie verso lo Stato (ricordate gli 800 miliardi di Befera?). Se si riduce la base imponibile tenendo conto dei “passivi” in parole povere dei debiti, altroché tassare i milionari! Occorrerebbe, in ipotesi, “tagliare” i conti di tutti. Altroché dei cosiddetti “ricchi”! In altre parole l’operazione Prodi/Nomisma è un’operazione “Cipro”, ampiamente già prevista, con il condimento dell’abusata parola “equità”. Peggio che una stronzata: è una ennesima truffa che dimostra solo a quale livello di improntitudine e arroganza è arrivata la “casta”. 2) Quanto ritengo, è rafforzato dal fatto che per forza di cose bisognerebbe “esentare” la liquidità di impresa. Almeno quel poco che resta, almeno in Italia. Se così non fosse alla catastrofe dei pagamenti già in essere se ne aggiungerebbe un’altra peggiore. 3) Non è vero come dice Nomisma che il gettito andrebbe ad abbattere il debito pubblico. Primo perché dovrebbe essere usato per salvare le banche, a cui peraltro questi attivi vengono sottratti, secondo perché anche se fosse, “coprirebbe” solo gli interessi 2014 sul debito pubblico stesso. “Fingendo” con l’avanzo ordinario di diminuire lo “Stock consolidato”ammontante, non dimentichiamolo a circa 2300 miliardi di euro. Sul quale i nostri eroi fanno finta di ignorare (qui ma non a Berlino...), siamo in arretrato di 2 manovre aggiuntive per il “Fiscal Compact”. Due “manovrine” che valgono, più o meno, 50 miliardi di euro l’una. Ecco perciò i circa 100 miliardi della proposta del duo bolognese. 4) Tornando al fatto, indiscutibile, che per “raggranellare” quella cifra occorrerebbe attaccare anche i piccoli patrimoni privati da 50/100.000 in su. E’ ovvio che si aggraverebbe in modo drammatico quella che è la crisi vera che da sei anni ci sta affondando: la crisi di liquidità che attanaglia le nostre famiglie e di conseguenza le imprese, che solo per vezzo viene chiamata, col solito inglesismo da strapazzo: “credit crunch”. Ecco perché l’ipotesi Prodi è anche distorsiva. Arriva cioè a un risultato che in campo fiscale è peggio dell’ingiustizia. 5) Accompagnata o no da un’uscita dell’euro (ergo un default), peraltro inevitabile, la “manovra Prodi” è solo, per usare le tue parole, una “rapina” ma non ha nulla di “giusto”. Non sposterebbe di uno iota la situazione reale. Anzi la aggraverebbe, drenando ulteriore liquidità, permettendo solo ai nostrani Quisling di tirare avanti per un po’, un anno o due, a condizione ovviamente di evitare le elezioni. Tralascio tante altre considerazioni di carattere tecnico per le quali non è questa la sede. Ricordo però che l’unica cosa sensata fatta dallo sciaguratissimo governo Monti fu quella di accantonare questa idiozia. “Il Professore”, quello milanese, con tutti i suoi difetti, sapeva che cosa si sarebbe creato. Ci voleva un altro “Professore”, bolognese per riesumare un’ulteriore pozione mortale per un paese peraltro già forse morto. Con stima
 Il Cancelliere