Caro Lugaresi,
mi complimento con te per il brillante commento che hai fatto ieri sulle mie opinioni circa la crisi ucraina. Il merito è tuo e mi prendo solo quello del titolo (“Le ultime sere di carnovale” NdR). Vorrei solo precisarti in due parole un paio di concetti che ritengo essenziali. Quando ti dicevo che “...il tempo stringe” mi riferivo soprattutto alla situazione finanziaria degli Stati Uniti e dell’Europa. Essa è tale da rendere praticamente indispensabile un grosso conflitto. Solo questo, come un po’ accade e, soprattutto, è sempre accaduto, con tutte le guerre, permetterebbe di “rovesciare il tavolo” anche nei confronti dei risparmiatori nazionali e poter incolpare “la forza maggiore” per il prossimo esproprio di massa. E’ sempre capitato in tutti i conflitti con i “prestiti di guerra”. Non è detto che si ripeta con le stesse forme, anzi è certo il contrario, ma il risultato sarà lo stesso. E permetterebbe alle élites di motivare ai propri “popoli” l’accaduto. In secondo luogo lo scontro che sta iniziando non è casuale come vuole fare apparire il “mainstream”, cioè l’insieme dei grandi giornali e delle TV. La scelta del Parlamento ucraino, il giorno dopo la vittoria della rivoluzione, di abolire le lingue regionali non può essere un caso. Sicuramente l’input arriva dagli U.S.A. a loro volta certi della reazione di Mosca che altrimenti si sarebbe suicidata politicamente di fronte al mondo. Quindi il percorso dal 22 gennaio ad oggi è una scelta precisa che, ovviamente, non è stata presa a Kiev ma a Washington e da Kiev eseguita. L’Europa, probabilmente ne è solo in parte consapevole e consenziente (sicuramente la Germania della Merkel e, probabilmente, la Polonia) mentre il resto del vecchio continente ne è solo uno spettatore allocco e inconsistente. Comunque, stupido o meno, dovrà pagare la sua parte di conto. Sempre per essere precisi quando parlo di “Kiev” o “governo ucraino” mi riferisco sempre ai “galiziani” che, abilmente guidati da oltreoceano, hanno preso con la forza la guida di questo grande paese. Pur essendo essi, come i bolscevichi del 1917, solo una forte e coesa minoranza. Con stima.
Il Cancelliere