lunedì 24 aprile 2017

E ORA CHE SI FA? DAL CONSENSO MASSICCIO ALLA SERIA RESPONSABILITÀ


Ormai è chiaro a tutti, il Movimento 5 Stelle sta crescendo a vista d’occhio, grazie al consenso sempre maggiore e inarrestabile. E’ stato quindi facilissimo in questi ultimi quattro anni risultare vincenti, bastava continuare a far leva sulla disonestà politica a tutti i livelli e mettere a ludibrio le inadeguate e vane misure adottate da questi ultimi governi monocolore, per la crisi. Dopo il terzo governo non passato attraverso le elezioni e il parossismo della crisi in questi ultimi 6 mesi ha spinto la maggior parte degli elettori a riconfermare, così almeno ci dicono le intenzioni di voto, il gradimento ai 5 stelle, non perché più bravi o capaci ma perché agli occhi degli stessi anche se inesperti comunque vergini politicamente e di conseguenza onesti. Aggiungici il fatto che peggio di così la vecchia politica bipolare della “Seconda Repubblica” non poteva fare, dimostrandosi come pochi pronosticavano, peggio della prima. I parlamentari a 5 stelle hanno semplicemente da un lato con un gesto importante, “restituito” piccola parte del loro stipendio, dimostrando coerenza tra il dire e il fare (raro in politica) e dall’altro, presentato leggi e leggine volte sempre a scoperchiare quel vaso di Pandora pieno di scandalosi vantaggi per quella che è diventata insopportabilmente la vera casta in Italia, quella di politici tutto affarismo e corruzione. L’unione di questi due fattori, per chiunque abbia perso un lavoro o percepisca un senso di precarietà nella propria vita e nel futuro, e sono i più, si concederà con fiducia a coloro che almeno per ora risultano ancora incontaminati, tutt’altro che bravura politica quindi. Semmai la bravura è stata nell’incontro tra due figure illuminanti: Gianroberto il cervello e Grillo la mente,che riuscendo a intercettare con idee moderne e sorprendentemente democratiche (vedi il web) non solo il malcontento, ma la possibilità di riscatto verso la res publica con “ l’uno vale uno”. Creando quella “Cosa”, che però ora sembra alquanto sfuggita di mano, perché la politica non è solo fatta di programma, ma anche di esseri umani, il materiale più imprevedibile che si possa trattare. C'è chi li chiama populisti chi “partiti tephlon” (materiale usato come rivestimento per pentole per non far attaccare il cibo), chi disfattisti, sia come sia sono i nuovi vincenti, forse sognatori, in altre parti d’Europa addirittura incarnano idee forse antiquate e razziste, comunque sia, sono il prodotto di questo periodo di transizione che si sta prolungando ed estendendo a livello mondiale. Per i vecchi partiti quindi un chiaro monito, per salvarsi e tornare a contare non dovranno scimmiottare il Movimento, bensì compiere nel loro interno il vero “movimento” quella della pulizia e trovare la giusta ricetta per uscire dalla crisi. Perché ora come ora gli elettori si stanno comportano come quei viaggiatori con i dirottatori di uno degli aerei dell'attentato alle “twin towers”; bloccarli comunque, pur sapendo di non avere la purché minima idea di come fare per atterrare. Ecco allora che il popolo americano ha preferito un artista d’avanspettacolo dell’antipolitica, alla espertissima guerrafondaia. Ma il massiccio consenso ha pure il suo rovescio, porta tante responsabilità e seri problemi. Ora bisogna governare, ma i meetup che dovevano essere le fucine dei cittadini che democraticamente dovevano eleggere i futuri politici, nati dal popolo per il popolo, stanno versano in condizioni critiche, aggiungiamo in più che per sua natura il movimento nato come protesta dal basso non prevedeva nel suo interno una “scuola politica”, nemmeno a livello di fasce di competenza (comunale regionale parlamentare). Ora però servono figure fidate e preparate per governare ma adatte anche a masticarla la politica che è fatta di tanti strati in dialogo con le diverse realtà che deve gestire e con le quali si deve interfacciare, è l’Italia che lo chiede, non l’Europa e quindi ora che si fà?
Livio Turchetti