domenica 16 aprile 2017

Il Gioco.. Prima Parte

IL GIOCO DEL "SE FOSSE" NEI 5 STELLE (prima parte)
E se il vero problema del movimento fosse la piattaforma Rousseau ? E se il vero candidato premier non fosse Di Maio? E se fosse la terza via, cioè l’Appendino, la soluzione per il movimento tra l’annosa diatriba pizzarottiani vs ortodossi? Ma andiamo per ordine. Come si possa arrivare a certi i livelli di “non politica”, è possibile solo nel Movimento. Un esempio? Con il caso Cassimatis (alias Pizzarotti) siamo arrivati al parossismo del “simbolo double face”: uno certificato de iure (da un giudice) e l’altro de facto (voluto dal garante Beppe). Quindi se si fossero volute togliere delle doppie punte con queste genialate dello staff si sono inaugurate semmai le nuove doppie liste. Ormai da più di 3 anni si parla del cozzante contrasto dei vari statuti delle diverse associazioni in seno al Movimento, ma ancora ci si trova nel mesozoico associazionistico. Intanto in questi ultimi 5 anni il Movimento ha prodotto almeno cinque correnti (una per anno). Ci troviamo i Dibba-Dimaiani (sempre più imbolsiti da slogans arrugginiti in formato social), i Fichiani ortodossi, la terza via Appendinica, poi abbiamo i critici Morriani (dati comunque in forte declino) ma tutti tenuti fortemente attorno alla corolla della Casaleggio Associati, con due debolucci pistilli: Crimi e Bugani. Nessuno che si sia assunto la responsabilità di prendere una pur minima decisione per il bene del Movimento, dal cacciare gli opportunisti, al ripensare in modo serio i meetup (non solo con una letterina di intenti stile “caro attivista ti scrivo ”) che in origine sarebbero dovuti essere le gambe del Movimento e da essi sarebbero dovute scaturire le figure per governare il Paese. Di contro il povero Di Maio, quando il Garante si "scansò" e scomparve il vero collante del Movimento, (colui che riusciva a tenere a bada l’asilo degli eletti “miracolati”, il vero cardine del Movimento, il compianto Guru Gianroberto), pensava di essere il leader indiscusso. Si sentiva tranquillo, dietro di lui c'era solo il deserto, ora però come in ogni deserto che si rispetti ci si può sempre imbattere in un’oasi rinfrescante e rigenerante. Nella giungla della politica trovi sempre chi è più bravo di te anche se tieni “un volto pulito del poco più che trentenne", ma pur sempre con cinque anni fuori corso sul groppone da non poter nascondere. Aggiungi qualche candidato sbagliato, qualche svista di email non lette e qualche dichiarazione avventata, ecco allora farsi strada tra i papabili i vari, Ardita, Davigo, Appendino, (ho pescato tra i miei preferiti) e diciamo, visto che siamo in periodo di "resurrezione" un tre quarti circa dell’ex “Italia dei valori”(personalmente poco graditi). Intanto se ai più nel Movimento non piacciono i listini bloccati, i candidati calati dallo staff sono sempre graditi, tranne che alle urne. Caso topico Bologna: con l’imposizione del buon Bugani non si è visto nessun ballottaggio ma ora si fanno nella città felsinea meetup con quattro gatti e nella giornata della bontà 5. Il Movimento in Emilia Romagna e non solo, sta morendo alla base, giorno dopo giorno, per non radicare mai più! (Fine prima parte )
Livio Turchetti