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Ma se mi avessero detto, toh, il "Bramantino", avrei replicato "se po' fa", "ne parliamo"... Why not? Ma Bramante, "quel" Bramante, Donato Bramante, Donato-"Donnino"-di-Angelo-di-Pascuccio detto IL Bramante, il rinnovatore dell'architettura italiana, "l'autore del Cristo della Colonna", un tizio che ha lavorato gomito a gomito con Leonardo a Santa Maria delle grazie a Milano, be' allora affermo: questi sono ne-mici dell'Arte e mi pongo senz'altro "in direzione ostinata e contraria" al progetto di costruire uno Study City Center (locuzione che in inglese non significa nulla, inventata di sana pianta con sintassi errata) sui resti di un'opera che il Tonini e altri ritenevano appunto progettata da quel signorino citato sopra, anche se vi fosse la sola mera possibilità, anche se vi sono soltanto i resti, per di più sopra i resti di un teatro Romano! Ma, come diciamo noi studiosi del Rinascimento, scusate il tecnicismo lessicale, sull'attribuzione dell'opera "carta canta", e in questo passo che per me taglia la testa al toro si parla di Carlo Maschi colui che fece costruire l'aristocratica dimora primi '500 "forse" su disegno bramantesco: "[...] potè in quel medesimo luogo... edificare un nobile, e ben inteso Palazzo, che anche in oggi, posseduto da' Signori Lettimi, reca ornamento alla città, come quello, che giustamente è riputato disegno del famoso Bramante, che Carlo ne recasse di Roma [...]" (Memorie istoriche di Rimino e de' suoi Signori, Artatamente scritte ad illustrare la zecca e la moneta riminese di F.G.B. pubblicate , e corredate di note da Guid'Antonio Zanetti, in Bologna, nella stamperia di Lello Volpe, MDCCXXXIX., p. 283). Dunque avviso ai naviganti: sopra il Bramante, se soltanto ti azzardi a costruirci non dico uno studentato ma un piccolo paracarri da Ravenna, da Roma, da Brussels, ti tagliano le dita, achtung baby! E onestamente, allargando la prospettiva ha proprio rotto questa storia continuamente cavalcata dall'Amministrazione di "strappare al degrado", "progetti di rigenerazione urbana" e via dicendo così di moda oggi. Palazzo Maschi-Marcheselli-Lettimi: e chi ce lo ha lasciato nel degrado se è di proprietà del Comune da una vita? Chi ha permesso che si riducesse non "Giardino degli odori" ma, Signori!, "delle puzze", comodissimo per orinarvici ed io stesso confesso pubblicamente e con vergogna di essermene servito per una emergenza vescicale in passato in un momento di civico sbandamento! Dunque prima si manda a ramengo una cosa di proprietà o competenza del Comune, poi ne si biasima il degrado "una ferita", "finalmente strappata", "restituita..." degrado di cui si è gli unici responsabili. Tornando a Palazzo Lettimi: se c'è un testamento in cui vi si afferma che deve rimanere al Comune per questo e quello scopo e null'altro, lo studentato (se un soggetto si oppone blocca tutto) non lo puoi fare! E vi sono altri esempi, l'affaire Lettimi è solo il più importante, urgente, eclatante. Qualcuno rammenta il recupero dell'Astoria? Ora idea bislacca ancor più del progetto Lettimi vi faranno un orto davanti, ove c'è una siepe; lì le piante che altrove sono "erbe erranti" riprendono il loro normale statuto di "erbacce" e il luogo nemmeno dire da strappare al degrado. Ritornato al Comune nel 2014 che da anni ne annuncia il recupero stanziati 500mla euro anni fa credo tutto fermo, già acquistati 3-4mila euro di attrezzi, da ortolano si suppone, ad hoc per i locali Civivo, in un luogo inquinatissimo peraltro qual è via Euterpe assolutamente inadatto per orticoltura amatoriale e non. E quale fine più ingloriosa per un glorioso cinema come l'Astoria-Jolly che era l'orgoglio di Rimini nei 70's quando nacque e che ha proiettato tutti i più importanti film di quegli anni che finire a essere da sfondo a zucchini e melanzane? Altro caso infine: la Velostazione, solita storia: area degradata... etc., "rifunzionalizzata", "inclusiva", "restituita", "co-working"... Ebbene abbiamo un immobile di proprietà di una controllata di FF.SS, c'è lo sponsor, ma dentro ci si mette di tutto e di più, persino la Cultura. E cosa c'entra la cultura con le biciclette come dire... i cavoli a merenda, o no? Tutti dentro: dal citato sponsor, al liceo Serpieri, a un emittente radio, a uno che dovrebbe riparare le bici nonché altri progetti e soggetti. Sarebbe stato troppo semplice troppo poco cervellotico farci un normale parcheggio/deposito bici e motori e amen!? Perché complicare, enfatizzare, teorizzare, concettualizzare, tirarci dentro persone e progetti strampalati, su una cosa così lineare, prosaica, banale come sistemare un immobile e farne il deposito bici della Stazione chiedo!?? (Nella foto: dal progetto vincitore del concorso sul recupero del di P. Lettimi e Teatro di qualche anno addietro, aut. Arch. A. L. Nannini)
S.A.