martedì 25 aprile 2017

Lettera aperta all'Assessore alla Mobilità di Rimini


La nipote dell'ex vicesindaco del pd Maurizio Melucci, R. Frisoni, che è oggi Assessore alla Mobilità (e altro), afferma in un recente comunicato, che " l'obiettivo ambizioso di fondo è [...] quello di andare oltre un modello di mobilità pressoché esclusivamente basato sull’automobile e restituire i centri e i quartieri delle nostre città ai cittadini, tramite la sinergia tra mobilità urbana e mezzi pubblici. E tutto ciò in condizioni di massima sicurezza". Questo a commento dei dati sugli incidenti che vedono coinvolti ciclisti che sono in aumento a Rimini, chiariamolo una volta per tutte!  Lei dovendo evidentemente fare l'avvocato del diavolo, dice che è tutto ok perché, in fondo, diminuiscono i feriti. La famosa questione del bicchiere mezzo pieno. Inoltre, afferma l'implume eterea imparentata assessora, che siamo al cospetto, qui  a Rimini, a suo dire e sentire, di "un contesto di radicale cambiamento nella mobilità urbana"...,ma alzi la mano chi ha la sensazione  di tale radicale  cambiamento? A me non risulta! Il cambiamento che sia riferito al fatto, che si è passati dal 10% al 25% di chi usa la bici, il che spiegherebbe tra l'altro l'aumento dei sinistri con ciclisti? Ebbene piccolo inciso, dati certi affermano che, ogni anno perdono la vita sulle strade circa 250 ciclisti, unito all' allarme pedoni investiti che sono lievitati. Ma tornando alle buone intenzioni dell'assessore, non c'è nessun cambiamento che non sia fisiologico legato a un normale cambiamento dei costumi, a mutamenti sociali etc., ma nulla che ti faccia gridare: "eh la madonna, è cambiato tutto da quando c'è la Frisoni, rispetto a come la gente si sposta  a Rimini"! E poi ancora questo mantra di "restituire" (v.di dichiarazione sopra) ma allora è vero che  "l'Inconscio ha le sue ragioni che la ragione non conosce". A forza di usare questo verbo da parte di chi comanda in città qualche brutto pensiero potrebbe anche venire. Però ci sono questioni di fondo che non vengono mai citate , la prima è che siamo nel bel mezzo di una gravissima crisi economica e quindi la mobilità ne risente come tutto il resto. Puoi permetterti di fare l'anima bella con l'ambiente e la mobilità se hai quattrini, ma dove c'è miseria purtroppo l'ambiente passa in secondo piano, "primum vivere"! Anzi la gente usa più la bici proprio perché c'è crisi! Inoltre passando di palo in frasca: dovrai fare i conti con la metereologia, la viabilità e la struttura  socio-economica del luogo,  non puoi ispirarti ad Amburgo che ha 1,7 mln di abitanti se tu ne hai 150.000 scarsi, o a Parigi che ha una metro su 2-3 livelli, o con Amsterdam che ha  un clima piovoso ma più uniforme, mentre tu hai bus degli anni '70  euro 0 e un clima temperato! Qui chi esce in bici a luglio alle 2 del pomeriggio con 37 gradi o -5 di sera? Quindi soltanto elucubrazioni prive di efficacia, idee senza fondamento, campate in aria senza avere  il polso della situazione. Poi c'è l'altra questione: se intendi, come lei afferma, di voler restituire città e quartieri ai cittadini bisogna ricordarsi sempre che ci sono da restituire non solo i "centri" ai cittadini "liberandoli dalle auto", ma anche i centri commerciali! Infne ci vuole un servizio efficace di tpl su gomma con mezzi piccoli,  personale competente, rispettare i limiti, promuovere l'uso delle 2 ruote dove e quando si può per virtù e non solo per necessità (causa crisi), rallentatori, presenza dei vigili sulle strade, anuovo asfalto e,  limiti bassi come in "Europa" 20-30 all'ora nei centro, se no  tutto il resto è fuffa destinata  a non avere incisività sulla mobilità che poi,  a ben vedere, difficilmente si fa governare dall'alto e si fa muovere secondo logiche di pragmatismo personale... a meno di pagare il carburante a tutti o spingere le bici una a una o regalare biglietti ferroviari da mille km in prima classe!
Memo Pascale