sabato 18 gennaio 2014

Caro Diario

Questa mattina dopo una levataccia durissima, erano appena le 11 ed una sgambata in bici, sono arrivato nella casa di vetro. Come sempre non avevo appuntamenti, non li prendo. Ho fatto un giro su facebook, due twittii con 105 per sapere cosa avevano fatto gli amici la sera. Dopo aver postato qualche battuta del tipo: beati voi che non vi dovete alzare la mattina, ho chiamato l'autista e mi sono fatto portare al bar a fare colazione. Lì ho strologato che la prossima festa più lunga della più lunga al mondo, la faccio con i disoccupati, sono molti e non hanno un cavolo da fare, può durare anche due mesi. Faccio un figurone, un uomo di sinistra che pensa agli ultimi. Tornato, stanco, nel mio ufficio, dopo la lunga pensata, non avevo certo voglia d'incazzarmi, ma i soliti collaboratori incapaci hanno iniziato a parlare di questo e di quello. Sbattendo la porta me ne sono andato, urlando che non posso fare tutto io. Tornato a casa per tranquillizzarmi mi sono messo nell'idromassaggio. Rigenerato, erano ormai le quattro del pomeriggio, ho telefonato a qualche amico per chiedere dove andavano a fare l'aperitivo. Ho raccomandato loro di trovare un posto dove si potesse anche mangiare, non puoi andare avanti con solo una frugale colazione. Mentre mi stavo accuratamente preparando per uscire, indeciso su l'abito da tempo variabile, ho messo, in viva voce, il mio collaboratore più fidato, rammentandogli quante cose avevo dovuto fare in una giornata. Dopo l'aperitivo ho dovuto raggiungere altri amici ad una festa, una vera faticaccia, perchè c'è sempre qualcuno che ti porta qua è là e prima delle tre non si va mai a dormire. Poi hanno anche il coraggio di dire e ..scrivere che non faccio un cazzo.