sabato 25 gennaio 2014

L'Amore non si è fermato a..Eboli

Una madre di Eboli picchiata quotidianamente dal figlio. No, non è una storia di violenza questa. È una storia d'amore.  Quella di una madre che da anni aspetta un posto in struttura per il figlio autistico, il quale esprime se stesso solo picchiandola.  È iniziata così la serata sull'autismo con i genitori dell'associazione Riminiautismo. Racconti. Tanti racconti di madri, padri, zii, fratelli che hanno in famiglia una persona afflitta da questa patologia. Non è stato il solito incontro informativo, ma una condivisione di esperienze, quasi un farsi forza a vicenda.  Chi non è riuscito a venire ieri sera, purtroppo per lui, ha perso un'occasione di grande arricchimento, perché i genitori di questi ragazzi hanno tanto da dire e noi, tanto da imparare. Imparare a non ignorare queste realtà quando ci capitano davanti. Imparare innanzitutto a riconoscerle. Quante volte, magari al supermercato, abbiamo visto un bambino particolarmente agitato e magari, colti dal morbo "sottuttoio", ci siamo detti:"ah...fosse stato mio figlio", senza sapere che quel bambino è semplicemente affetto da autismo. Allora le tue arroganti certezze diventano timide domande:"se fosse stato mio, cosa avrei fatto? Come mi sarei comportato? L'avrei accettato per quel che è?" Non saprei. Non ho figli e posso solo immaginare le grandi fatiche che questi genitori devono affrontare. Il padre di T., un ragazzo autistico di 17 anni, ci spiega che si diventa dei maghi della comunicazione.  Perché le modalità di relazione che il figlio applica sono mutevoli e lui non si arrende finché ogni volta non trova il modo per interagire con il suo ragazzo.  Perché troppo spesso confondiamo la difficoltà di relazioni con la mancanza di intelligenza. Questi ragazzi hanno capacità incredibili e il papà di T questa sera ci ha insegnato anche che molto spesso il vero limite l'abbiamo noi che con i nostri schemi mentali, imponiamo dei freni dove invece a volte basta solo scalare una marcia e seguire il passo.  Non è facile la vita di queste famiglie.  Oltre alla gestione emotiva e relazionale per un figlio "reale" immensamente diverso dal figlio "ideale" che ogni genitore crea nelle sue aspettative, si trovano a combattere con una società diseducata, uno Stato ciecamente assente, zeppo di leggi inapplicate e di possibilità castrate dalla solita burocrazia italiana che sfiora il più delle volte il surreale. Sono queste cose che ci devono dare la motivazione a cambiare questo paese.  Sono gli sguardi disperatamente amorevoli e i sorrisi tristemente sinceri di questi genitori che ti fanno venire voglia di rivoltare come un calzino le nostre amministrazioni, che campano a suon di favori e larghe intese. Durante questa sera un lampo è balenato nella mia mente. "Ma Dio allora esiste? Ti rispondi di no e di si allo stesso tempo. Perché un Dio buono non sottoporrebbe a tali prove le sue creature. Ma allo stesso tempo percepisci nettamente che la forza, il coraggio, la determinazione e l'amore di questi genitori hanno una scintilla divina. Abbiamo il dovere morale come uomini e cittadini di sostenerci l'un l'altro e di chiederci sempre:"e se capitasse a me?" 
raffaella sensoli