domenica 12 gennaio 2014

L'Ilva di Vendola

Si svolgerà al Palas di Riccione, quello di Rimini è sempre pieno, il Congresso per lo scioglimento di Sel affumicata dall'Ilva. Quale sarà il risultato dello squagliamento per eccesso di confidenza telefonica o abuso di aerei di stato non è dato sapere. La sinistra ecologica e libertaria non smentisce la triste odissea di tutte le soluzioni pensate, preparate, lanciate e fallite da oltre sessanta anni nella sinistra più o meno estrema. Se guardiamo cosa è successo al Pci si può tranquillamente affermare che ai compagnuzzi vendoliani è andata bene. Sono stati costretti alla semi-opposizione governativa. L'arrivo di Renzie è stata la goccia traboccante un calice che hanno ingoiato pieno di democristiani più che democratici. Già nell'ottobre del 2010 a Firenze, sempre per il pieno del nostro Palas, quando Sel fece il suo primo congresso, reduce da scissioni e ricomposizioni, Vendola annunciava un partito di transizione... intendeva al governo. Poi è andata come è andata. I vendoliani sono finiti all'opposizione e ora una nuova svolta. A Riccione si terrà dal 24 al 26 gennaio l'assise in cui Sel si gioca il tutto per tutto: quale futuro per sopravvivere. E Vendola sta pensando di instaurare con il Pd di Renzi un rapporto sul modello Landini.  Anche loro hanno l'ultima speranza spendibile nel leader della Fiom, Maurizio Landini. Un percorso a tappe per i vendoliani, con l'obiettivo di una federazione democratica. Sarebbe l'unico modo per uscire dall'impasse in cui il governo Letta e la coalizione dei dem con la destra, hanno ricacciato la sinistra storica. Un ghetto ristretto, dal quale puoi uscire solo acclamando e votando Grillo. Non hanno spazi, soprattutto credibilità personale e politica. Se anche il "governatore" della Puglia, sotto botta per la vicenda Ilva, volesse congelare le scelte in attesa di vedere cosa succede al governo sotto la pressione di Renzi, ci sono due bivi in primavera: le europee e le amministrative. Sono il primo banco di prova. La legge elettorale farà la differenza: se dovesse passare una riforma alla spagnola, che favorisce il bipartitismo, la strada di un abbraccio stretto fino alla fusione con il Pd sarebbe segnata per Vendola. Ma Sel è per ora schierata con il Matterellum, che premia le coalizioni e quindi consentirebbe di riscrivere la partitura del centrosinistra. Però prima ci sono le europee. Sel è divisa tra chi non disprezzerebbe di partecipare alle liste di personalità come Tsipras, il leader della sinistra radicale greca, e chi pensa si potrebbe fare come il Pd, e cioè fare finta di schierarsi con il Pse (?) e per Martin Schulz. Scelte che si trascinano una ricaduta sulla politica domestica. Vendola per ora dice che si potrebbe tentare una terza strada, cioè correre alle europee in proprio e vedere come va.  Per questo nei prossimi giorni i vendoliani presenteranno alla Camera una proposta di legge per abolire la soglia del 4% alle europee, che li vedrebbe del tutto penalizzati in una corsa in solitaria. Gennaro Migliore, il capogruppo alla Camera, dichiara che i migliori risultati li hanno ottenuti quando sono stati una piacevole scorta al centrosinistra. Il loro prefisso elettorale, lo voglio ricordare, ha permesso uno scandaloso premio di maggioranza. Riesce ad ingoiare il nuovo rospetto democristiano, l'allenamento non manca e le poltrone sempre più rarefatte sono sempre una grande attrazione. Aspettano cosa fa Fassina. Se costruisce una corrente di "sinistra" allora tana libera tutti. Entrano nel Pd, concorderanno quanto il loro prefisso concede e potranno tornare duri, puri ma... affumicati.