mercoledì 15 ottobre 2014

Beppe, Genova e l'alluvione

Sono un attivista del Movimento 5 stelle e sono fiero di esserlo. Questo mi da la possibilità di avere un effetto sulla realtà diverso dalla mera resistenza, fino all’ora dell’aperitivo. Non solo il Movimento fa delle cose meritevoli. Molti si interessano, si informano, si organizzano e cercano di non soccombere alle spinte di un potere che li vuole in fila per un iphone. Certo che nel Movimento si fa politica e la politica spinge spesso a difendere il proprio campanile al di sopra della ragione stessa. Se poi il proprio campanile è esattamente sovrapposto all’interesse personale la realtà diventa un parametro piuttosto opinabile. Come ci difendiamo da questo? Sostanzialmente facendo una vita di merda. Tutto ciò che mettiamo in campo, come risorse personali di tempo, lavoro e denaro, non torna indietro… la maggior parte delle volte neanche a livello di consenso. Il nostro interesse personale risiede prettamente nella soddisfazione di fare una cosa che, appunto, modifica la realtà. Certo, ogni tanto, qualcuno di noi è lanciato nell’olimpo di un mestiere che, sebbene qualcosa venga restituito, mantiene sempre il vantaggio di un lavoro ben retribuito (e contribuito). Questo però, ve lo posso assicurare, non è direttamente proporzionale alle ore dedicate al Movimento. Certo. Qualcuno che ci prova c’è sempre, ma l’attivismo chiede così tanto che se non provi piacere a praticarlo duri molto poco. Proprio perché l’attivismo è faticoso e non remunerativo, nel tempo, si acquisisce una forma di allergia alle stronzate e alle perdite di tempo. Il passo successivo è cominciare a farsi le domande giuste, perché quelle sbagliate hanno un brutto rapporto energia/resa. Per questo quando vedo Genova sott’acqua per la seconda volta in meno di 4 anni… beh non mi chiedo se Grillo è sporco di fango o meno. Mi chiedo semplicemente “perché?”. Oggi facendo zapping vedo ovunque Beppe. Beppe che mostra un iban ai giornalisti, Beppe incazzato per le vie di Genova, Beppe contestato da un fighetto ben pettinato che, come per magia, è diventato nientepopodimeno che la contestazione degli Angeli del Fango contro Grillo. Ma scusate.. Genova? Il coraggio di chi ricomincerà. La disperazione di chi questa volta getta la spugna. Le raccolte fondi. Le colpe! Lo vogliamo dire una volta per tutte che questi eventi sono il prodotto di amministrazioni incerte, penalizzate da regole ancora più incerte, il tutto creato per essere interpretabile e malleabile? NO. Siccome Beppe Grillo ha detto una volta di troppo che i giornalisti sono vergognosi (chissà come mai) il tema di oggi è :”l’antipolitico sconfitto dall’antipolitica”, sempre per via del fighetto, quello che non aveva visto i parlamentari che spalavano in giro per Genova e nemmeno voleva vederli. Ora, io non dico che sia per forza necessario prendere una pala per dimostrare che ci frega qualcosa di Genova, probabilmente molti con un attrezzo del genere in mano sono più un impiccio che un aiuto, ma perlomeno che gli ultras della mala politica la smettano di postare il loro miserabile senso di rivalsa. Non fanno altro che aiutare la disinformazione. L’informazione vera, l’unica che conta, è che ci sono delle persone a Genova, non poche, che per la seconda volta in meno di 4 anni hanno perso tutto. Concentratevi su questo.
 Dado