mercoledì 29 ottobre 2014

Tamburi di Guerra

Questa mattina l’Ucraina ha ritirato la propria firma dalla parte più importante degli “accordi di Minsk”. Dagli accordi di pace cioè che prevedevano l’istituzione di una zona smilitarizzata di trenta chilometri tra i due schieramenti. Anche se Kiev non ha mai rispettato la tregua, il ritiro dall’accordo di stamane è un chiaro segnale che, dopo la vittoria alle elezioni legislative ucraine dell’ala piu oltranzista (Yasteniuk) contro quella leggermente più pragmatica del presidente Poroshenko, che le ostilità stanno per riprendere, con un attacco massiccio al Donbass. L’ordine di Washington evidentemente è categorico: “attacco”!  E la spia è anche il drammatico (anche se taciuto sui media occidentali) discorso di Putin ( a Sochi) dell’altro ieri. Quindi prepariamoci a settimane e mesi “brutti” perché come ha detto giustamente Giulietto Chiesa, ormai i due contendenti sono con le spalle al muro e se gli Usa fallissero nella loro “guerra” contro la Federazione Russa e non riuscissero a riportarla allo stato di colonia come ai tempi di Eltsin sarebbe uno smacco troppo grosso. Va aggiunto che in ogni caso, salvo clamorosi crolli russi la guerra sarà lunga e dura. Tra due anni ad Obama succederà la molto più oltranzista Hillary Clinton mentre la speranza di un colpo di stato a Mosca appare per ora abbastanza vaga. E’, quella del golpe stile Maidan, comunque, la carta sulla quale gli Usa giocano più apertamente e scopertamente senza lesinare soldi e appoggi come avvenne l’anno scorso a Kiev. Quanto all’Europa che è già ora una colonia, le andrà comunque malissimo.

 Woland