sabato 18 ottobre 2014

CS Formica Mario

L'imprenditore assolto dalla Commissione Provinciale Tributaria di Rimini. Ora, nuove e forti speranze anche per una soluzione positiva della vicenda Alfad Mario Formica, nessuna evasione fiscale, nessuna esterovestizione RIMINI - La Commissione Tributaria della provincia di Rimini con sentenza N°235/02/14 depositata il 30 settembre 2014 ha accolto integralmente il ricorso promosso dall'imprenditore Mario Formica, rigettando, non essendo emersa nessuna prova di evasione fiscale per esterovestizione, il teorema accusatorio formulato, a suo tempo, dalla Guardia di Finanza nella redazione del loro PVC. Nella sentenza, depositata il 30 settembre 2014, la Commissione ha accolto i ricorsi proposti dalla Artexpò SpA di San Marino, nonché da Mario Formica, nella sua qualità di presunto legale rappresentante di fatto della società, annullando integralmente i 5 avvisi di accertamento dell’Ufficio delle Entrate di Rimini, che prevedevano sanzioni per svariati milioni di euro per omesso versamento di IVA, IRES e IRAP relativamente agli anni dal 2007 al 2011. E' stato quindi accolto integralmente il ricorso predisposto dal Dott. Adalberto Gambetti in cui si ribaltava la ricostruzione meramente indiziaria dei fatti proposta dalla locale Guardia di Finanza rigettando totalmente, al contempo, l’accusa di evasione fiscale ed estero vestizione dovendosi ritenere la Artexpò assoggettata, sia sostanzialmente che formalmente, al diritto sammarinese. Con l'annullamento dei verbali viene anche definitivamente sancito che la società Alfad Spa, società terza ed estranea alla vicenda della Artexpò Spa, è solo rea, se così si può dire, esclusivamente di avere quale effettivo legale rappresentante la persona Mario Formica. E' bene ricordare come il Signor Mario Formica e l'Alfad Spa venivano coinvolti e resi destinatari di un enorme provvedimento di sequestro per equivalente per l’importo di €. 4.200.000,00 c.a. emesso dal G.I.P su richiesta della Procura della Repubblica. Il tutto deciso, ovviamente, solo sulla base della indiziaria ricostruzione fatta nei verbali, da parte del Comando della Guardia di Finanza di Rimini. Il provvedimento di sequestro, oltre all'inevitabile massiccio impatto mediatico, che sono certo ricordereTe, ha comportato il sequestro di tutti i conti bancari attivi e titoli della società ALFAD SPA e di altre società del Signor Formica, con le conseguenti revoche di tutti gli affidamenti bancari accordati al gruppo, revoche comunicate dalle banche per raccomandata il giorno successivo al provvedimento di sequestro. Tra questi anche la revoca degli affidamenti da parte di una tra le più importanti banche del territorio che solo pochi giorni prima aveva sostenuto l'azienda con nuove linee di credito. Vale la pena inoltre rammentare come a conferma dell’ingiusto ed ingiustificato provvedimento di sequestro, che alla luce dei recenti esiti non doveva essere spiccato e men che meno nei confronti della società ALFAD SpA, tanto è vero che già nel corso della udienza del 18 marzo 2014 la Corte di Cassazione a sezioni unite, a cui siamo ricorsi, ha annullato totalmente la ingiusta misura cautelare adottata dal GIP del Tribunale di Rimini sentenziando che i conti bancari e titoli della società ALFAD SPA ‘’ non potevano essere sequestrati solo in quanto nella disponibilità del Signor Mario Formica’’ Tra i tanti “effetti collaterali” del provvedimento di sequestro, ci fu, inoltre, l’abbandono di molte ed importanti trattative commerciali in corso. In particolare quella con la CCIAA di Pesaro, con cui si era già concordata la sottoscrizione di un accordo per l’affidamento della gestione dell’intero polo fieristico pesarese per diversi anni per un importo di svariate centinaia di migliaia di euro all’anno. Tutto questo, come detto, a seguito dell’incessante “rumore” prodotto unicamente dal provvedimento di sequestro. Il blocco dell’operatività aziendale, anche a seguito di una espressa richiesta del Collegio Sindacale del 6 giugno 2013, vedeva l'Alfad costretta a depositare istanza di concordato preventivo. Questa ingiusta vicenda, capitata peraltro in un periodo di generale crisi economica del nostro paese che ha colpito soprattutto le imprese, ha avuto purtroppo il suo infausto epilogo con la sentenza del Tribunale di Rimini, che in data 31.7.2014, sentenziava, dopo oltre un anno dalla presentazione di domanda di concordato, la non ammissione al concordato in continuità e dichiarava fallita l'Alfad ma con autorizzazione alla continuazione dell'attività dell'impresa sotto forma di esercizio provvisorio. L’esercizio provvisorio, grazie anche a tutti i collaboratori ancora impiegati, sta fortunatamente generando comunque importanti risultati gestionali, in termini di fatturato e di continuità aziendale, elementi questi garantiti dalla stipula di importanti e nuovi contratti di allestimento sia per l’anno in corso che per l’anno 2015. Restano, non di meno, ingentissimi i danni occorsi sia alla proprietà che alla famiglia oltre che al settore dell’impiego e delle loro famiglie che il gruppo Alfad rappresentava.