martedì 17 febbraio 2015

La Casa di Fango

“La casa di vetro” dei Cittadini è stata ricoperta di fango. Gesto incivile e grande sdegno dell’Amministrazione tramite dichiarazione dell’Assessore Visintin. Giusto? Sbagliato? L’atto di un imbecille o di un eroe? Come al solito a noi di Citizen piace guardare le cose da un altro punto di vista. La generosa secchiata di fango, con tanto di didascalica sbombolettata sull’adiacente muro, è un indicatore e non va isolato nel singolo atto. Troppo comodo per alcuni. Probabilmente il gesto, evidentemente dettato dalla rabbia, è dovuto ad una perdita. Magari, ma è solo un ipotesi, qualcuno che nel recente allagamento ha perso la macchina o che ha passato qualche giorno a spalare dal fango i suoi effetti personali, l’ha ritenuto un giusto richiamo all’attenzione. Va da sè che se l’allagamento fosse stato un singolo episodio, in questa Rimini dove la vera alluvione è di chiacchiere, probabilmente l’anonimo infangatore sarebbe rimasto tranquillo ed avrebbe aspettato come tutti l’improbabile risarcimento. Il clima al di qua e al di la del Ponte di Tiberio però è ben diverso poiché gli allagamenti sono molteplici (Gaiofana è al quarto in due anni) e nella storia di questa amministrazione, qualsiasi fosse il tema, le istanze dei cittadini sono state tutte sistematicamente disattese. Quasi a riprova dell’ennesima ciurlata nel manico, intestataria della comunicazione ufficiale Sara Visintin. Che dire… per le credenziali dell’Assessore in forza a FDS (Siamo per l’acqua pubblica, ma anche no) basta a chiedere ai Teleriscaldati che ancora stanno aspettando la seconda serie dell’appassionante telenovelas “il tavolo tecnico”, promesso alle soglie delle ultime Elezioni Regionali. La prima serie, abbandonata per disperazione, produsse un emerito nulla, se non la consapevolezza che più di un milione di euro di oneri urbanistici erano stati proditoriamente piazzati nella tariffa del teleriscalmanto. L’Assessore, tramite stampa, ci fa sapere che il Comune si sta preoccupando di coordinare le iniziative tra Hera, Anthea e Consorzio di Bonifica, dopo un incontro “franco” con la popolazione colpita. Di più. Ci fa sapere anche che lo sta facendo anche se non sarebbe suo compito e responsabilità. Adesso usate pure la vostra fantasia per capire di chi sarebbe compito e responsabilità garantire la sicurezza del territorio usando delle partecipate pubbliche che lo devono manutenere. Come si è permesso l’anonimo vandalo di assegnare questa responsabilità al Comune e di ritenerla inevasa? Chi vi scrive, relativamente alla possibilità di comprensione assegnata dai modesti mezzi, è convinto che in una comunità nulla sia isolato, ma tutto sia frutto di coscienza collettiva. L’atto di inciviltà e di rabbia non è slegato dal resto. A Rimini l’interesse, inutile negarlo, è indirizzato verso l’ambizione di pochi che, a volte, finiscono pure indagati. Nel frattempo il degrado cresce e i cittadini si sentono abbandonati, quindi legittimati a iniziative personali. Quando poi queste iniziative escono dai canoni è colpa di chi le ha messe in atto o di chi favorisce lo smarrimento generale? Questa domanda potrebbe aprire un bel dibattito… a volerla considerare. L’amministratore non è obbligato al ruolo e quando decide di ricoprirlo accetta anche le responsabilità di cose che si possono verificare fuori dal suo controllo. Questo stile amministrativo adolescenziale, quello per cui la colpa è della pioggia e della crisi, non è proprio quello che ci vuole in questi momenti di pioggia e di crisi. L’affermazione può sembrare contraddittoria, ma solo fino alla comprensione che la pioggia e la crisi sono le uniche due cose che non possiamo controllare e dunque assegnare loro la responsabilità di tutto significa resa incondizionata.
 P.S. A Gaiofana, gente civile, sotto quella scritta vorrebbero metterci un post-it.  @DadoCardone
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