martedì 10 febbraio 2015

La Repubblica degli stracci

Vi ricordate lettori di Repubblica, in quanto giornale del Pd, le decine di articoli insultanti il Berlusconi come committente dell'ingaggio dei vari Razzi, De Gregorio e..Scilipoti? Le righe che trasudavano giusto sdegno e vergogna per una compravendita in quel supermercato sempre aperto chiamato Parlamento? La sparizione voluta dei partiti ha accelerato il numero e la cifra di queste indegne operazioni. Non sono passati ancora due anni dalle elezioni del 2013 ed il mondo politico italiano è sconvolto. Pensate anche che abbiamo avuto ben tre governi affidati a personaggi scelti personalmente da Napolitano con precise caratteristiche indicate dalla Troika e confermate da Obama. Le operazioni di passaggio tra gruppi sono sempre successe in quel mercato che è il Parlamento italiano, soprattutto dopo la sparizione dei partiti strutturati come Pci, Dc e Psi. Nascono movimenti fondati su un personaggio, una esigenza, un bisogno, destinati a successi magari travolgenti, alla lunga non durano se non radicati. L'esempio che cito sempre è la Lega. Da domani alla Camera entra in scena la stessa riforma "dopo Mattarella". Tutto un altro scenario. Perché è ormai evidente che l’elezione del nuovo capo dello Stato è piombata come una cesura, per molti versi inaspettata al quartier generale del premier, sui rapporti tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. A Palazzo Chigi registrano con nervosismo lo scenario delle ultime ore con il fitto dialogo tra l’ex Cavaliere e Matteo, quello leggermente leghista. Nel giornale del Pd ma di proprietà di un famoso e Sorgenico residente in Svizzera, per cui non ha bisogno di marchingegni fiscali, siamo già ritornati al passato. Ancora non vengono usate le escort, però sul Cavaliere iniziano le cannonate. E' ripreso il dialogo interrotto tra Lega ed i resti di Forza Italia. Oggi Salvini tratta da una posizione di forza. Nella cerchia, più vicina della Pascale, al vecchio premier, si aspettano che l’asse Lega-Forza Italia sulle regionali diventi un vero e proprio partito anti-Renzi con effetti parlamentari che potrebbero rivelarsi devastanti almeno sui tempi di approvazione della riforma costituzionale. Ed è quasi scontato che Renzi ora debba fare affidamento solo sui voti della maggioranza di governo. I 40 giuda di Alfano basteranno? Non mi sorprendo che i ciellini di Lupi stiano con chi comanda, è sempre una questione di Opere e Expò. Credo però che abbiamo leggermente stufato con una commistione che ha nauseato tante coscienze. Rimanendo nel recinto, ho letto che l'ardente Giuliana Moretti, capogruppo FI è ritornata sul sentiero dell'opposizione a Gnassi. A forza di tenere i piedi sulle due staffe corrono il rischio di una fine atroce. Insomma il Patto del Nazareno è finito male. E con Mattarella potrebbe finire anche peggio. La Sicilia al comando. Le prime due cariche dello Stato hanno natali nell'isola delle arance e misteri. L'idea del premier Renzi era di ottenere l’ok di Montecitorio alla sua riforma del Senato entro la fine della settimana, in modo da passare all’approvazione del decreto milleproroghe, degli altri decreti in programma (Iva, banche e Imu agricola) e quindi dell’agognato Italicum, non prima della fine di marzo ma poi chissà.. Ma ora, nell’era "dopo Mattarella", è complicato fare una previsione sui tempi di approvazione della riforma costituzionale perché ci sono tremila emendamenti da esaminare, il termine dei subemendamenti è aperto ed è dunque facilmente prevedibile che ne arriveranno a cascata soprattutto se, Berlusconi decide di seguire Salvini su una linea di opposizione dura. In ogni caso sembra che sia stato avvistato un fotografo su un albero in Sardegna, dice che aspetta Berlusconi.