domenica 15 febbraio 2015

Mi ritorna in mente

La canzone è di Battisti ma i fatti che racconto appartengono alla mia prima ed unica esperienza da consigliere nella seconda repubblica del primo quinquennato di Ravaioli, culminata tragicamente con una brevissima parentesi come assessore. Vorrei dire a...Stefano Vitali che non eravamo tutti uguali. Chi come me, finite le riunioni, dopo avere detto sempre quello che pensava e..vedeva, se ne andava a casa (?) incazzato e quelli come te che entravano nell'ufficio di Melucci, il pensatoio ufficiale dell'amministrazione. Quello del Sindaco era chiuso..quasi sempre. Per questi motivi Lugaresi prima e dopo..poco Baschetti, presero la strada di casa. Con il solito rituale comunista che li dipingeva, nella migliore delle ipotesi, come..appestati. Mentre Tu con l'inseparabile auricolare, sempre collegato al comandante, facevi carriera diventando il Presidente della Provincia e di conseguenza (e quale!!!) l'azionista di maggioranza di Aeradria. Ti spettava l'onore maximo: nomina Presidente. Non c'è davvero bisogno che ricordi le usanze e le consuetudini della politica riminese che si svolgeva nei salotti della Fiera, Camera di Commercio, Fondazione, mai in quella bruttina Sala Ovale, come dovrebbe stabilire perfino la costituzione di Benigni. Il punto del mio dissidio con il Partito era questo. Melucci nel consiglio comunale contava poco, mentre era fortissimo nelle altre sedi. Il Palas, venne concordato e deciso al di fuori del contesto istituzionale. Il salotto che richiamo è la nota "associazione" che stanno indagando. Rimane fuori, per il momento, qualche figura di contorno. Uno spaccato sconvolgente. I politici riminesi si dividono oggi in due categorie: quelli presi e fanno parte dell'eccellenza e quelli fuori..per il momento. Raccontare che il "fuori" non sapesse niente di quello che succedeva da anni è la più grande ed insopportabile menzogna. A casa non deve andare solo uno o due per fare finta di pulire il condominio di tutti. La migrazione verso lidi casalinghi deve essere di massa come le balene in punto mortis. Altrimenti chiudetela qui in attesa della prescrizione giudiziaria. Ho l'impressione leggendo qualche articolo locale che l'assoluzione politica sia già in distribuzione giornalistica. Non sono tanto e solo i danni erariali, ma il montare di una simile situazione, dove tutti sapevano ed oggi raccontano che ci voleva un pentito. La telefonata di Lotito al confronto è da Libro Cuore. Nel partito d'origine comunista ci sono sempre stati gli "affidabili" e gli altri. Nella prima categoria dovevi essere almeno un funzionario, così ti tenevano meglio per le palle dello stipendio e dovevi avere un necessario pedigree familiare o politico. Queste sono le radici di quella impalcatura che la magistratura, per il caso Areadria, ha inquadrato come associazione a delinquere. Poi il processo, prima possibile, dovrà accertare tante cose che a mio parere sono molto peggio di quanto appaiano. Lo spaccato emerso è formato da tante piccole fasi che occupano uno spazio temporale lunghissimo. Il giochino che avevano messo su pista funzionava solo con quel carburante: i nostri soldi. Quando sono finiti o la Carim non li ha più potuti "prestare" è saltato il piatto e l'aeroporto. La Corte d'Appello di Bologna, rincarando perfino le accuse, ha già detto che la colpa non era del protagonismo di qualche magistrato. Poi se fa comodo (a chi?) dare la colpa al Trio Masini, Vanucci Giorgetti come vincitori del Festival del Debito per salvare il resto, mi sembra operazione perfino ingenua. Ci sono aziende, imprese, lavoratori che hanno rimesso un mare di soldi. Non sono mica tutti come i "grandi creditori" quasi contenti di avere aiutato lo sviluppo del territorio. Stiamo entrando nella fase della "minimizzazione". Hanno sbagliato però...nessuno si è messo soldi in tasca. Lo hanno fatto a fin di bene. Che fino al momento sia stato solo il loro è un particolare penalmente irrilevante?

P.S.
Per il Carlino sembra di si. In fondo lo hanno fatto per il turismo. Cosa vi dicevo? Siamo solo agli inizi.