mercoledì 4 febbraio 2015

Comunicato M5S Rimini

Intervento in CC
Intendo innanzitutto salutare calorosamente i vertici di Air Riminum e i loro avvocati che sicuramente seguiranno con grande attenzione questo consiglio. E desidero, anche in questa sede, come capogruppo del M5S e a nome di tutto il nostro gruppo esprimere, come prima cosa, la solidarietà a Luigi Camporesi che, abbiamo letto su un quotidiano, sarebbe stato querelato proprio dalla società che ha vinto il bando per il Fellini. Ribadisco che i dubbi che Luigi Camporesi ha sollevato sono gli stessi di tutti noi e, ad oggi, non sono diminuti. La responsabilità di quello che è avvenuto in questi mesi bui e l'opacità di alcune operazioni non è né di Camporesi, né del Movimento 5 stelle, ma ancora una volta pare che dovremo essere noi a mettere tutto in evidenza. Arthur Shopenhauer nel suo “L’arte di ottenere ragione” , strumento per le dispute dialettiche, parla tra le altre cose di Argumentum ad verecundiam, ossia l’argomento diretto al profondo rispetto. La tecnica consiste nello sfruttare l’ignoranza di chi si vuol convincere o comunque la non immediata verificabilità dell’affermazione. Ne sono un esempio le citazioni latine di Zerbini, ma anche la citazione che sto facendo in questo momento. Altro esempio del modo di utilizzare la tecnica, più calzante per quello di cui andremo a parlare, è la citazione di dati che, sempre secondo Shopenhauer, è lecito anche rimaneggiare per ottenere successo nella disputa dialettica. Qui, oggi, però, sebbene molti siano portati a pensare che la politica possa essere una serie di dichiarazioni a cui non sia necessario far seguire i fatti, siamo chiamati a definire una realtà di uso pratico. Allora che ne dite di cominciare con una bella verità assoluta? L’aeroporto Internazionale Federico Fellini di Rimini, non è più di Rimini. Certo rimane dov’è e forse qualcuno riuscirà persino a riaprirlo, ma resta il fatto che l’Amministrazione di Rimini, Provincia e Comune, possedevano in percentuale maggioritaria la gestione di una realtà strategica da un milione di passeggeri. Va bene dai… meglio dire un milione di posti sugli aerei... per definire i passeggeri servono persone con una faccia e una valigia, ma sul fatto della strategicità sembriamo essere tutti d’accordo. Ormai lo sfruttamento dell’aeroporto è una faccenda privata e, nonostante ci si ostenti a farsi vedere nei tavoli del salvataggio, rimane una questione privata. Se domani la Società Air Riminum, qualsiasi cosa essa sia, trovasse più conveniente per i suoi affari far diventare Rimini un Hub per la raccolta di voli cargo (magari pieni di sterco di vacca, nota postuma esplicativa), se la dovrebbe vedere solo con Enac. Ho fatto un esempio estremo solo per rendere più chiara l’immagine, ma la sostanza rimane sempre quella dello scarso controllo. Va da sé che questo è uno svantaggio strategico per i nostri interessi di comunità che, nonostante la destagionalizzazione, basa un’enorme fetta della sua economia sul turismo estivo. Certo si dirà che quelli di Air Riminum hanno appoggiato, dichiarato, garantito, pattuito, dato la parola di lupetto e via dicendo, ma io avevo anche letto dichiarazioni che parlavano di DUE milioni di passeggeri, calate ultimamente a 350 mila, che sono una sottostima rispetto a quello che un semplice curatore fallimentare è stato in grado di fare. Dunque non sono proprio convinto che la società abbia una sola parola per le tematiche in oggetto. Tutto ciò implica, banale dirlo, delle responsabilità. Meno banale è capire di chi siano queste responsabilità. Quelle legalmente accertate paiono essere di Masini e il suo consiglio di amministrazione. Brutte responsabilità che parlano di fraudolenza e truffa ai danni dello Stato. Ne esistono però anche altre, di diverso ordine, che però esigono lo stesso la presa in carico dell’onere. Parliamo delle responsabilità politiche anche se, abbiate pazienza, sappiamo essere diventate questione fuori moda nella nostra Penisola di incollati alla poltrona. Il Sindaco di Rimini e l’ex Presidente della Provincia hanno questa responsabilità.L’hanno per il ruolo e perché, volendo credere alla loro totale buonafede, erano comunque stati avvertiti per tempo di quello che stava succedendo. Voglio ribadire il concetto. Responsabilità politica. Lo sottolineo perché noi non siamo tra quelli che vorrebbero vedere delle manette ai polsi del Primo Cittadino e dunque non invochiamo punizioni sovradimensionate rispetto all’unica cosa di cui ci sarebbe bisogno: le sue dimissioni. Siamo convinti che nelle sue intenzioni non ci sia mai stato il dolo, ma siamo altrettanto convinti che abbia fatto degli errori di valutazione i quali, per la carica che ricopre, possono avere conseguenze gravi come la perdita di una Partecipata Pubblica Strategica (com’egli stesso l'ha sempre definita) con un’emorragia di controvalore enorme, che forse qualche altro consigliere amerà definire. Cosa poteva fare? Premettendo che la responsabilità politica la si assume al di là di quello che si può fare o meno, poteva, ad esempio, rendere immediatamente esecutiva la volontà di questo consesso, costruito per rappresentare la cittadinanza, ed azzerare immediatamente il CDA di Aeradria. Poteva, sempre per esempio, chiedere un’opinione a questo Consiglio rispetto al fatto di firmare o meno la lettera di patronage, poi usata come ben sappiamo. Poteva fare tante cose, ma la linea, sua e del Partito Democratico, era molto chiara… tanto che venne declamata a gran voce dall’allora Capogruppo del PD, al grido di : “INDEBITARSI, INDEBITARSI, INDEBITARSI”. Bene, il Sindaco e il PD sono stati accontentati. Chi si prende la responsabilità? Facciamo per alzata di mano? Questo mio intervento potrebbe sembrare essere dettato dal sarcasmo, ma in realtà è frutto di preoccupazione perché di partite del genere non c’è solo quella dell’aeroporto. Di iniziative fallimentari a Rimini ne abbiamo imbastite a iosa. Il TRC per esempio, che solo a leggere la nuova intenzione di AM verso la fiera tremano i polsi. Oppure il Palas, che dopo il recente salvataggio con speciale assoluzione dalla guerra anticemento, ancora ci devono spiegare come intendono rilanciare. Ma anche l’acqua pubblica elemento imprescindibile in campagna elettorale, ammonimento per assessori a fine mandato. Potrei continuare, ma poi mi si accuserebbe di usare il tema per distrarre su altre questioni. Tanto mi basta per suggerire il danno di una responsabilità politica assunta solo nominalmente. Anche io ho una responsabilità politica e la assolvo chiedendo al Sindaco di dimettersi. So che l’invito non verrà accettato e che io non ho certo il modo di farlo accettare, ma ho il dovere di chiederlo, come ho il dovere di fare tutto ciò che posso per distinguere in modo inequivocabile il Movimento dalla linea d’azione fin qui tenuta. 
Gianluca Tamburini Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle