domenica 8 febbraio 2015

Stabilimenti Balneari

Definire il bagno uno stabilimento balneare è come dire moscone o pattino. Qualcuno, sbagliando, non certo i giornalisti locali sempre molto attenti quando camminano sulla sabbia, chiama il bagnino di salvataggio semplicemente bagnino. Per dei riminesi è come confondere un suazo con un rombo oppure un temporale con un rabbione. Ho fatto una carrellata su questi termini per dimostrare che spesso ci leghiamo più alle consuetudini che al vocabolario. A Rimini chiamiamo Bagno l'attuale sistema iperfrazionato e Stabilimento l'aggregazione di più bagni. Fatta una premessa della quale capirete dopo le ragioni, atterro sopra le dichiarazioni di Vanni, Presidente della cooperativa bagnini di Rimini. Si è lanciato in una apprezzabile esaltazione delle aggregazioni tra più bagni, mostrandola come una miracolosa novità, indicandola nel futuro che verrà, però secondo Bolkestein. Trascuro il leggero fastidio che la lettura ha provocato, ricordando che nel primitivo Piano Spiaggia quello "abolito" da Melucci su ordine o consiglio della pregiata associazione, erano previsti gli accorpamenti e perfino vincolati ad una realizzazione nel tempo. Sono passati solo poco più di dieci anni. Quante mareggiate, polemiche fino ad arrivare all'inseguimento degli assessori piddini. Fingiamo di dimenticare. Però caro Vanni, il ricorso al Tar contro quel Piano, non sono stati i bagnini della Tosi a proporlo. Ottenendo sempre dall'immancabile Melucci per maggiori garanzie anche la testa di Baschetti colpevole di capire..troppo di Demanio. La mia l'avevo già offerta sul piatto di un articolo. La colsero al volo. Tanto è vero (vero) che nella legislatura successiva per maggiore sicurezza, venne ripristinato lo status quo ante, attraverso un uso massiccio di varianti. Quelle che adesso vengono fatte solo per Cagnoni e per cacciare gli Ambulanti. Raccontata in questo modo, si offende la verità, colpa lieve a Rimini, ma ricordo che quando la passata amministrazione composta per due terzi dai soliti ignoti, arrivò all'adozione della attuale normativa sulla spiaggia ci fu un silenzioso applauso da parte dei bagnini sugli spalti. Adesso vieni chiedere a me il tuo ..Stabilimento dov'è? Quel famoso ed originario Piano che vi avrebbe anche tutelato dai morsi dell'Europa, concedendovi la possibilità di regolarizzare i vostri abusi ed avere una concessione almeno trentennale lo avete distrutto, la stessa fine di quello di Ambaz o della Cartolina di Rimini mai disegnata da Melucci. La vostra antica paura, diversa dall'attuale era che si facesse davvero, per una volta. Adesso siete costretti ad omaggiare perfino Alfano od il Gozi di turno che notoriamente capisce di arenile come... Personalmente sono convinto che l'ennesima esternazione, con la presunta voglia di cambiare sia strumentale al dibattito sulla Bolkestein. Fino a quando non si capisce che la dovete trasformare in una opportunità, correte il rischio di fare la fine delle quote latte. Da vent'anni sostengo che il rinnovamento di Rimini, oggi l'unico possibile e praticabile deve partire dalla spiaggia. Stabilimenti balneari diversificati, come le offerte del nostro prodotto turistico, avendo al centro quello balneare. Dimenticando le stronzate delle destagionalizzazioni trasformate in fallimenti. Non a caso il Piano Spiaggia era l'unico in Italia che non disegnava anche i giochi per bambini, lasciandoli al delegato, ne il sito od il modello di servizi proprio per lasciare alla fantasia imprenditoriale la realizzazione. In ragione delle diverse esigenze e della diversa qualità del turismo che la nostra riviera offre. Dopo venti anni, sono molti, adesso che concedono oneste ragioni e vorrebbero investire. Non voglio nemmeno infierire pensando che sia stata la paura del mostro Bolkestein che ha smosso le coscienze. Il libero mercato, quello che ci ha messo in un angolo, aiutato senza fatica dai governi, ha le sue regole. Se è vero che abbiamo inventato il turismo di massa, rifacciamolo, magari con gli stessi interpreti, più giovani.