venerdì 13 febbraio 2015

Morte Democratica e finti comunisti


Vi voglio raccontare una bella favola. E’ la favola del Comitato dell’Acqua Pubblica e di come a Rimini si sia fatto strumentalizzare da Sara Visintin e Savio Galvani. Un’ipotesi? Non direi visto quello che è successo giovedì sera, ma giudicate voi. Ecco i fatti, con una piccola premessa. Il tutto comincia nel 2011. Un giovane e promettente (nel senso che ha promesso qualsiasi cosa) Sindaco viene eletto con un contributo non indifferente dei voti del Comitato per l’Acqua Pubblica, il comitato che lotta per far rispettare il Referendum decretante l’acqua e la sua gestione in mani pubbliche. Catalizzatrice del favore del comitato una certa Sara, che quando scrive cita addirittura i contadini di Di Vittorio, una vera compagna insomma. Sembra perfetta per soddisfare la voglia di sinistra dell’ormai democristiano PD. Come premio l’Assessorato all’Ambiente, effetti collaterali Savio Galvani in Consiglio Comunale. In molti si accorgono che Sara Visintin fa molta fatica a stare dalla parte dei vessati. Sarà finta sinistra o debolezza Costituzionale? I primi ad accorgersi che l’Assessore all’ambiente è usato a modi parafanghi sono i Teleriscaldati che vengono menati per l’aia, o meglio nei tavoli tecnici, per un’infinità di tempo. Non sono i soli e la faccenda diventa piuttosto evidente quando ai tavoli Atersir ( Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti) l’Assessora parla ben poco, mentre la voce forte sembra quella del suo accompagnatore… Sergio Funelli, Capogabinetto del Sindaco, ma anche dipendente Hera in aspettativa. Va da sé che i finti comunisti possono sopportare disinvoltamente questo piccolo conflitto di interesse, infatti ne la Visintin si ribella, ne Galvani interroga (e di questo gliene sono grati i nasi sanguinanti a causa sue apologie del nulla). Arriva però, come in ogni storia che si rispetti, il giorno della resa dei conti. La Maggioranza di cui fanno parte Savio e Sara decide che il Referendum sull’Acqua è come un consiglio d’amore: te lo chiedo, ma poi faccio come voglio. L’acqua pubblica è un fruttuoso concetto da usare durante le elezioni, ma poi è meglio fare una bella gara ad evidenza pubblica, così la gestione se la piglia Santa Madre Hera e c’è meno da faticare per tutti. Cosa fare? Pubblicamente i “Comunisti per caso” sostengono l’acqua pubblica come sempre, anche se alle conferenze stampa fanno discorsi molto tentennanti, cosa di cui nel caso di Galvani non si accorge nessuno per ovvi motivi di inefficacia dialettica. Poi però qualcuno rompe le uova nel paniere. Il cattivone si chiama Fabio Pazzaglia, lui sì di sinistra e lui sì interessato al risultato del Referendum, tanto da chiedere ed ottenere sette firme per avere un Consiglio Tematico sull’Acqua Pubblica. La settima delle firme è proprio di Galvani che, per ovvi motivi di pretesa coerenza, è costretto a dare il suo appoggio suicida. A questo punto la situazione si complica. Sara e Savio per rispettare la loro posizione pubblica dovrebbero uscire dalla maggioranza, soprattutto facendolo prima dell’approvazione del bilancio. Questa cosa non fa comodo né a “Federazione delle Sinistre ma non troppo”, né al PD che tra alluvioni, Aeroporti falliti e conti che non tornano sta sudando 7 camicie per cercare slogan che risolvano tutto. Che fare? In prima istanza, tramite il pessimo Presidente del Consiglio Comunale Gallo Bifronte, il Consiglio Tematico viene posizionato come fosse un punto qualsiasi da discutere in mezzo ad altre delibere, cosa irrituale ed inusuale. Ciò però non basta, perché le minoranze sono decise a trattare la questione e neanche se Galvani riuscisse a ritirare la sua firma, facendo una figuraccia solo su Icaro TV, non cambierebbe nulla. Di firme ne bastano sei. Il Partito Democratico (qualsiasi cosa esso sia) si cimenta dunque nella sua pratica preferita, far saltare ancora una volta la pratica democratica, tanto la Democrazia sembra ormai essere solo un simpatico orpello da logo politico. Lo stesso Galvani interviene sull’ordine dei lavori chiedendo un rinvio e facendoselo votare dalla Maggioranza. Motivazione: per trattarlo meglio, con più tempo. In questa maniera la “Federazione delle Stranezze” potrà produrre un ordine del giorno, finora mancante, accomodante… qualcosa che il PD possa votare senza rovinare la festa a nessuno, magari un bel “percorso partecipativo” di teleriscaldata memoria, una di quelle cose che Hera teme tantissimo. (Brrrrr) Detto fatto. Gallo Bifronte fa il palo agevolando la sottrazione di Consiglio Tematico, la maggioranza vota a testa bassa. Probabilmente qualcuno di loro si è persino reso conto di quello che stava succedendo, non Morolli, si capiva dallo sguardo da cernia e la “scimmia” da microfono. Alla Minoranza non resta che abbandonare l’aula e lasciare che nell’altra sponda continuino a martoriare da soli quella poveraccia della Democrazia. Solo Eraldo Giudici (PDL) resta a guardare… ognuno ha i suoi feticismi, o i suoi vantaggi. Fine. Questi sono i fatti e questo è il modo in cui il Comitato per l’Acqua Pubblica è stato vergognosamente usato. Meno male che è rimasto Pazzaglia a rappresentare quel che resta della Sinistra, dipendesse da Savio e Sara all’inizio del Consiglio Comunale, al posto dell’Inno, dovrebbero suonare il De Profundis.
 P.S. Aspettiamo con ansia il nome della lista Visintin- Galvani per le prossime elezioni del 2016. Io ho già lo slogan: toccatemi tutto, anche l’acqua… ma non la mia poltrona. Spero sarà apprezzato il mio sforzo di non descrivere i protagonisti di questa storia con i veri aggettivi che avevo in mente. 
 @DadoCarone
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