venerdì 13 febbraio 2015

Sorci verdi per te

Il bulletto fiorentino di ritorno da una delle visite genuflesse a Bruxelles, ha minacciato il ritorno alle urne come se le avesse fatte ieri. Le opposizioni hanno scelto di non partecipare al voto sulle riforme a Montecitorio. Dopo una notte di accuse, litigi e cazzotti, i gruppi parlamentari di minoranza, Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Sel, Fratelli d'Italia e Lega, hanno abbandonato l'aula. Martedì saranno ricevuti dal Capo dello Stato del quale sentiremo finalmente voce e tendenze. Il capo Brunetta che ha tassi di carognaggine inversamente proporzionali alle altezze, guida il forte manipolo di oppositori. E' bastato che Fi, libera dai lacci del Banana che aveva intascato i ricavi Mediaset del Patto Nazareno, facesse, senza fingere, il ruolo oppositivo, perchè le cose per il governo si mettessero male. Lasciando i 40 giuda di Alfano soli dall'altra parte. La minoranza Pd ha trovato una sponda convincente per avere più peso nel renzismo dilagante. Una partita che assume i connotati di uno scontro vero. Manca un Lotito come arbitro. Il M5Stelle asseconda lo svolgimento della lotta. Rafforza anche una corretta opinione in mezzo alla gente. Invece della solita visita alle tegole assume connotati più comprensibili, sono allenamenti ed insegnamenti necessari per il futuro. Da quando non si vedono tracce dei due guru, non sbagliano un passaggio. Speranza, capogruppo del Partito democratico, ha chiesto alle opposizioni di rimanere per trovare un dialogo. Durante la riunione dei deputati dem, la minoranza ha chiesto infatti a Matteo Renzi di lanciare un segnale di pace per scongiurare il rischio di votare le riforme "con l'aula mezza vuota". Nella notte sono volati pugni, spinte, schiaffoni, definibili lievi incidenti sul lavoro finalmente eseguito. La peggiore interpretazione è della Laura Boldrini. Direi una conferma. La vicecapogruppo del M5s Francesca Businarolo è stata la prima ad indicare la strada da seguire: questa riforma non la appoggiamo, non la condividiamo e non la voteremo e usciremo dall'aula. Quello che è successo è un segnale che ormai gran parte di quello che resta del partito padronale è traslocato sulla sponda dell'Aventino, stanno dipingendo di verde i sorci che abbondano anche su quel monte. Domani, spiegano fonti grilline, è in programma la prima tappa di "Parlamento in piazza". Questa volta i cittadini capiranno e..applaudiranno.