lunedì 9 febbraio 2015

Pronto Soccorso

Parlo della sanità, premettendo che sono un accanito sostenitore di quella pubblica e definisco la nostra regione tra le meglio piazzate nella graduatoria. Fatta questa necessaria premessa devo ri..parlare del Pronto Soccorso riminese. Non faccio un discorso di aree vaste dalle quali usciamo come sempre despecializzati, se penso poi che il relatore della Legge di Errani in salsa sanitaria era Roberto Piva siamo andati anche bene. Mi riferisco semplicemente a quel girone infernale che è il pronto/primo soccorso nella nostra città. Lo spunto è dato da una chiacchierata tra amici che hanno avuto bisogno di interventi urgenti. Occorre dire che l'età comune della tavolata era già indice di rischio. Saltato il rapporto con il medico di base per varie circostanze, il fine settimana e le ore notturne sono un calvario. Chiamare la guardia medica, è come tentare di raggiungere il centralino di Hera, quando riesci ti dicono forse giustamente di rivolgerti al..Pronto Soccorso. Definirlo tale è esercizio semantico, in realtà è quasi perennemente in crisi, devo aggiungere un'altra premessa: nessuno ha mai lanciato la più piccola accusa al personale medico e para. Sono le prime vittime di una organizzazione che raggiunge picchi insostenibili di affluenza. Per essere solamente visitati possono passare cinque/sei ore, considerando che in questa caotica condizione la qualità del servizio non può essere migliore, con il rischio di contrarre malattie che non avevi prima. Un pellegrinaggio che tutti abbiamo sperimentato, spesso si cercano strade alternative, dalla telefonata all'amico, alla somministrazione del classico medicinale valido per tutte le febbri. La realtà è che il meccanismo proposto è pensato per le emergenze, salta tutta la fase della prevenzione. Nella chiacchierata con gli amici, qualcuno del settore, parlava della possibilità di "riunire" 4/5 medici di base, con Paolizzi al centro e creare dei mini centri di assistenza. Con una minima attrezzatura si può compiere la prima diagnosi e poi eventualmente mandare al Pronto Soccorso o a casa come in tantissimi casi avviene. Un'altra strada per raggiungere lo stesso obbiettivo è quella di aprire convenzioni con privati: cliniche e centri esistenti, Capisco che ci sono interessi e aree da proteggere, rimane il fatto che nella nostra struttura pubblica per quanto negli anni si siano investiti anche grossi capitali il tema del Pronto Soccorso rimane ancora insoluto. Non credo si debba avere una laurea in medicina, così come non ce l'ha Funelli, per capire che così come impostato non regge. Nonostante l'abnegazione del personale, rimane una situazione insostenibile. Credo si possa e debba aprire un dibattito che potrebbe perfino interessare i consiglieri comunali appena terminato il simpatico tour delle disgrazie bagnate. Si può sapere di chi è stata l'idea? Avranno avuto tanti difetti i comunisti ma una volta una stronzata pubblicitaria come questa non la tiravi fuori. La struttura ospedaliera è l'unica che non ti chiede i soldi ..prima, togliendo tanta gente, oggi come non mai, da tanti imbarazzi. Rimane però un girone infernale, non so nemmeno se questa situazione sia paragonabile ad altre realtà. Ho l'impressione che la nostra struttura sociale ed imprenditoriale molto incentrata sulle uscite serali, aggravi la situazione. Ho scritto questo articolo nella speranza che si raccolga il sasso e si inizi un percorso di rivisitazione, che comprenda anche il servizio farmaceutico, senza indurre a peripezie notturne.