venerdì 8 maggio 2015
La Curva Tari di Brasini-Laffer
Lo scorso 30 gennaio il fu “Nuovo Quotidiano” titolava “BUCO DA 6 MLN A BILANCIO”, le casse del Comune di Rimini falcidiate per i mancati incassi dai cittadini. I quotidiani rimasti, oggi, titolano “TARI mancano 10 milioni”, famiglie e imprese non pagano e il Comune si trova con una voragine nel bilancio, quindi si prevede una nuova stangata della tassa sui rifiuti. E’ davvero questa la soluzione al problema dei mancati pagamenti delle tasse? A sentire Arthur Laffer, economista dell'University of Southern California (Usa), si dovrebbe dire “NO”. Laffer afferma che esiste un livello del prelievo fiscale oltre il quale l'attività economica non è più conveniente e il gettito fiscale si azzera, quanto meno se il prelievo continua ad avvicinarsi sempre di più al 100% del reddito. Noi, cittadini italiani/riminesi ci stiamo decisamente avvicinando tra imposte sui redditi, imposte locali e contributi. Le due grandezze sono legate da una curva a forma di campana che ha un massimo nell'aliquota del gettito fiscale. Il Cancelliere in una conversazione privata tra una guerra e l'altra, previste con straordinaria precisione, ci ha detto che il buco nel bilancio del Comune, era facilmente prevedibile, continuando a pagare tasse sempre più elevate, fino a superare da diversi anni la Curva di Laffer. In altre e più semplici parole, negli ultimi 3/4 anni le tasse in Italia e Rimini sono state pagate distruggendo i patrimoni, tanto è vero che oggi nessuno vende e compra. Forse lo capirà anche il Bocconiano. In troppi non pagano, è vero, ma perché e cosa si stia facendo per recuperare è un mistero. Altro facile colpevole è lo Stato che continua a ridurre i trasferimenti. Ci domandiamo, ma per la TARI cosa c’entra lo Stato? Non è forse una tassa che deve essere pagata in funzione di un Piano Finanziario che deve coprire i costi di gestione della raccolta e dello smaltimento del rifiuto urbano? Altri "misteri" li troviamo nei documenti di bilancio. Due mesi e mezzo fa, nell’approvare il bilancio di previsione per il 2015, si affermava che il Piano Finanziario per la determinazione delle tariffe sulla tassa rifiuti doveva essere rivolto al massimo contenimento dei costi. Addirittura si arrivava a prospettare una ipotetica diminuzione del loro costo (“sarebbe la prima volta” si diceva) vista la diminuzione del quantitativo dei rifiuti raccolti ed i vantaggi della raccolta indifferenziata. Nessun accenno all’eventualità di significativi mancati incassi su annualità precedenti. Dopo settanta giorni e sessantanove notti dall’approvazione del bilancio di previsione ci si accorge che tra il 2013 ed il 2014 mancano all’appello circa 10 milioni di euro per la copertura del costo della TARI. Tutta colpa di evasori che, nonostante l’opera di sollecito del Comune, hanno avuto l’arroganza di pagare solamente cinquantamila euro rispetto ai 10 milioni richiesti? Ma se si conoscono chi sono i soggetti "evasori" perché dovrebbero pagare tutti gli altri cittadini? Si tratta veramente di crediti esigibili oppure si tratta di somme che non dovevano essere pagate ma che sono state contabilizzate per possibili errori di gestione? La gestione interna è stata veramente un risparmio, come viene pubblicizzato su tutti i documenti oppure si tratta di una conseguenza dell’avere riportato "a casa" una attività complessa? Le ditte fallite erano tutte assoggettate alla Tari oppure, in alcuni casi, non erano loro i soggetti passivi e soprattutto si ha conoscenza di quali sono gli immobili che queste ditte occupavano? Tante domande ma, alla fine, una sola certezza: quest’anno la stangata sui rifiuti non ce la toglie nessuno ed anche l'anno prossimo, nonostante la curva BRASINI-LAFFER.