domenica 3 maggio 2015

Le locandine di oggi e domani

Fa un pò invidia la denuncia di molti giornali, che a Milano in un albergo con una stella il pernottamento costa dai 100 ai 120 euro. Quattro volte rispetto a Rimini senza la (almeno) sensazione di mettersi tre volte a tavola. Abbiamo preparato, per le testate locali, le locandine di oggi. Non ci vuole grande sfoggio di fantasia. Basta citare il pieno con tutte le sue declinazioni, mai parlare di fallimento. Aspettiamo che Gnassi ci mandi un twittio di risposta come alla "fiaccolata". I CiViVo hanno organizzato delle mini feste di quartiere davvero carine, sono diventati un tutt'uno con la scenografia sindacale, come Anthea. Devo dire che rispetto a mille patacate costose almeno hanno la fisionomia dei nonni buoni, però spesati. A Milano mille Black hanno messo a soqquadro una parte della Città, scelta accuratamente, facilmente inquadrati dalle telecamere. Se non veniva bene un vandalismo, lo ripetevano con gioia. La cosa più bella però è scoprire, sempre a detta degli stessi giornalisti, che il prezzo giusto per una camera dovrebbe aggirarsi attorno ai 50/60 euro. A Rimini, con un pò di navigazione, trovi posto in un quattro stelle associativo con colazione, pranzo, cena e..companatico con meno di 40 euro. Siamo sempre i primi. Diceva il vecchio mediatore riminese, parlando di alberghi: quando vedi una montagna di mattoni che spesso costa meno di un milione, te ne innamori, poi scopri, senza l'aiuto del commercialista, che hai comprato solo un debito. Questa è Rimini, quella vera. La colpa è del Prodotto Città sempre meno appetibile sul mercato delle vacanze. Si è messo in moto, inarrestabile, un processo degenerativo. Non lo interrompi con quattro aerei che atterrano o con un panfilo teutonico. Mancati guadagni, diventano mancati investimenti. Alberghi sempre più malmessi portano a clientele sempre più modeste. Il ridimensionamento si riflette negli esercizi commerciali sempre più extracomunitari. Una realtà che vista l'antica importanza economica sta portando una intera città nella miseria. La prima vittima è il lavoro. Siamo passati dalla possibilità, per certi fisici, di potere svolgere perfino quattro attività stagionali, partendo ovviamente da quella pubblica, al più alto tasso di disoccupazione della regione. La componente artigianale e commerciale della Città era enorme, spinta dalla particolare forma del nostro turismo di massa. Per almeno quattro mesi ce n'era per tutti. Oggi l'unico calendario che puoi aggiornare è quello dei fallimenti. Maestranze costrette a lavorare a prezzi sempre meno remunerativi, magari con contratti romeni a 3 euro all'ora. Tutto è in crisi, solo Gnassi resiste con la sua azienda pubblica voluta dalla maggioranza di una minoranza di cittadini. Centro Storico aiutato nell'eutanasia spolpandolo dell'attrazione del mercato ambulante. Si apre una rotonda con i cancelli, se sbagli direzione entri in sala da pranzo. Però si chiude il Ponte di Augusto inaugurato da Tiberio. L'antipasto intelligente lo hanno costruito in Piazzale Vannoni, questi geni della mobilità..lenta. Nessuno parla delle partite iva una volta privilegiate: professionisti, ingegneri, architetti, commercialisti, avvocati, categorie "eccelse" come i notai e perfino i dentisti che se curi un dente ti fanno un mutuo. Naturale che si apra un'autostrada per le "devianze": avventurieri, truffatori, strozzini e malavita assortita. La città è stata governata dai salotti che se fossero stati buoni non avrebbero fatto fallire tutte le infrastrutture più importanti, senza citare quelle che non sono nemmeno partite, tanto erano ..fallimentari dalla nascita. Non finisco nemmeno con l'auspicio che andiate a casa, lo lascio al facile grillismo. La cosa che mi arreca più fastidio che dolore è non intravedere nemmeno una possibilità per il futuro. A Riccione e prima Bellaria e Coriano hanno cambiato. Non so se sarà duratura ma una soddisfazione l'hanno presa. Non volevo finire votando la Petitti dopo avere conosciuto bene Bernabè. Melucci però è altra cosa. Non ho detto meglio.