martedì 5 maggio 2015

Società in accomandita con preservativo

I giornali riminesi, nel loro renzismo da kamikaze, non sanno più cosa trovare per dichiarare il rilancio “impetuoso” della nostra economia che, nonostante i dati esaltanti sparati tutti i giorni sta affogando rapidamente. Oggi il “notizione” è che le puttane potranno/dovranno dotarsi di partita IVA. Considerando il numero stimato di esse: (6.000/7.000 nella nostra Provincia) questo dovrebbe permettere, in pochi mesi, di “doppiare” il numero delle partite IVA (3.300) cancellate nel 2014, con effetti estremamente benefici sia sul piano di immagine: “l’economia cresce” (!) sul piano pratico perchè così la Camera di Commercio incasserebbe una valanga di diritti camerali in più. Il condizionale è d’obbligo perché la categoria delle signore in questione notoriamente detesta un po’ farsi notare fuori dai luoghi e dalle ore canoniche di lavoro. Resta anche il problema, un po’ malizioso, se le “lavoratrici della notte“ potranno pagare le tasse in natura oppure necessariamente dovranno versare i soldi al Fisco. Comunque è un’idea veramente brillante, anche se poi c’è il rischio che vogliano, come categoria economicamente e numericamente più importante del lavoro a Rimini, uno o due posti del C.d.A. della Camera di Commercio o delle numerose partecipate di essa (Fiera, Palace, ecc. ecc.), cosa che a molti membri maschi potrebbe far piacere, ma creare qualche problema per la “parità di genere”. Ovviamente gli studi di settore saranno partecipatissimi.
 Woland